Qualcosa di buono…anche nella malattia

Hilary Swank è una donna affetta da SLA in una commovente storia di amicizia al cinema dal 27 agosto

Qualcosa di buono…anche nella malattia

All’inizio si manifesta con gesti di poco conto, come un bicchiere che sfugge alla presa. Poi iniziano a emergere segni più evidenti, come le dita delle mani che non rispondono più mentre scorrono sulla tastiera del pianoforte. Infine la doccia fredda: SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Una malattia neurodegenerativa che porta alla completa paralisi del corpo, fino alla morte. È questa la sentenza che decreta l’infrangersi dei sogni di Kate sin dalle prime sequenze di Qualcosa di buono, al cinema da giovedì 27 agosto e distribuito da Koch Media. Dopo la toccante performance di Million Dollar Baby (2004), Hilary Swank torna a calarsi nei panni di una malata terminale e lo fa senza abbandonarsi a una recitazione “gonfiata” e votata a enfatizzare gli aspetti clinici del morbo. Ma lo fa con naturalezza e semplicità, quasi restando se stessa. E del resto anche il personaggio di Kate resta se stesso malgrado la malattia, tanto da disprezzare ogni forma di pietismo nei suoi confronti. Nonostante la SLA, infatti, lei è ancora Kate, con le stesse passioni, sfumature caratteriali, desideri e bisogni di prima.

Apprezza l’ordine in casa, vorrebbe ancora fare l’amore con suo marito e desidera ardentemente tornare a suonare il pianoforte. Ma quando scopre il tradimento del marito, quell’uomo che ogni giorno la accudisce con amore senza trascurare nessun dettaglio, il mondo le crolla addosso. Non tanto per il tradimento in sé ma soprattutto per il senso di colpa di non potergli offrire il proprio corpo e una vita migliore. A sostenerla nella prova è la sua nuova badante Bec, una ragazza sbandata che trascorre le giornate senza una meta, tra disastrose relazioni affettive e serate passate a ubriacarsi con la sua coinquilina. Ma almeno Bec tratta Kate come una donna e non come una malata. E allo stesso modo Kate non guarda Bec come una povera fallita, ma come una promessa a cui dare credito. Tra le due, infatti, s’instaura sin da subito un rapporto di sincera amicizia che svela poco alla volta i lati positivi di entrambe. Kate torna a sorridere e a farsi sorprendere dalla realtà, mentre Bec inizia a trascurarsi un po’ meno, abbandonando gradualmente la vita di prima e scoprendo un nuovo gusto di vivere. Anche Kate poco a poco si riscopre capace di riabbracciare se stessa e suo marito, che non chiede altro se non di fare ammenda del proprio errore e restarle accanto.

Qualcosa di buono accende una luce di speranza dentro un dramma che rischia di togliere il fiato e mostra come, per grazia ricevuta (perché di grazia si tratta), anche dentro una circostanza così dolorosa sia possibile sperimentare una nuova pienezza.

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