Quei maestri italiani alla conquista del West

Muti, Noseda, Frizza, Luisotti: le grandi orchestre degli Usa scelgono gli italiani

Piera Anna FraniniDirettori italiani alla conquista del West. Del West che conta, ovvero delle orchestre e dei teatri top d'America. Al timone dell'orchestra numero uno degli Stati Uniti c'è Riccardo Muti, guida della Chicago Symphony. Una orchestra fuoriclasse, ma che con questo logo italiano (Muti è di fatto un marchio internazionalmente riconoscibile) ha fatto un ulteriore balzo in avanti: per il quinto anno consecutivo ha toccato il record della vendita di biglietti, raggiungendo il tetto dei 22.7 milioni di dollari. Segno che Muti piace, e a Chicago se lo tengono stretto.A San Francisco, la città più colta ed esclusiva dell'Est, il nome chiave dell'arte musicale è di nuovo italiano, e corrisponde a quello di Nicola Luisotti, settimana prossima alla Scala per Rigoletto. Arriviamo al Metropolitan di New York, un teatro che è una macchina da guerra, operativo come nessun altro, 3800 posti a sedere. Questo mese, il cartellone del Met è contrassegnato da due bacchette italiane: quella del giovane Riccardo Frizza, alla sua settima presenza a NY, e di Gianandrea Noseda, in questi giorni impegnato in un allestimento di Bizet che sta riscuotendo successo, con prima donna niente meno che la nuova Regina del Met, il soprano Diana Damrau, quote in ascesa che offuscano la stella d'un tempo Renée Fleming. Notizia fresca. Noseda, 51 anni, direttore al teatro Regio di Torino, è appena stato nominato direttore musicale della National Symphony Orchestra di Washington, dunque dell'orchestra della capitale d'America. La guiderà a partire dal 2017-2018 succedendo, così, a Christoph Eschenbach. Un riconoscimento che arriva come sigillo a critiche positive e premi, tra cui quello di Musical America che l'ha nominato Direttore dell'Anno. Noseda è di Milano, cresciuto nella bottega che ha forgiato tanti grandi direttori italiani: Abbado, Muti, Chailly... Venne subito adocchiato da Valery Gergiev, poco più che ragazzo, e proprio al Marinskij di San Pietroburgo - dunque nel regno di Gergiev - s'è fatto le ossa. Poi è stato tutto un crescendo. La consacrazione americana è arrivata nel 2014 quando portò il Regio di Torino in tour nel Nord America, i critici di NY e di Chicago parlarono del suo Guglielmo Tell di Rossini come dello spettacolo dell'anno. A Washington hanno iniziato a pensare a lui dal 2011.Cosa accadrà con Frizza? Riccardo Frizza ha 44 anni, ha debuttato negli Usa a 32 invitato da Placido Domingo, all'epoca direttore dell'Opera di Washington. Dal 29 gennaio dirigerà al Met Maria Stuarda di Donizetti, sarà la sua settima opera italiana a New York, una rosa dove spicca Armida di Rossini: una prima assoluta nella storia del Met. L'anno prossimo debutterà all'Opera di Chicago in questo crescendo d'affermazione che parte con l'esordio a Washington, e ha trovato conferme negli inviti a Dallas, Huston, San Francisco, Seattle con titoli incisi negli States e subito sbarcati sul mercato discografico. Muti, Noseda, Frizza, Luisotti, nomi che dell'American way of music life amano - in genere - il senso di efficienza, di precisione. S'imbattono in orchestre che funzionano come orologi svizzeri, possono operare senza l'ossessione dei ricatti di sindacati che tutelano diritti inconciliabili coi tempi moderni.

Poi ci sono stipendi intriganti, non paragonabili ai nostri italiani. Per dire: chi ha preceduto Noseda incassava 2 milioni l'anno. Leader e/o cervelli d'arte in fuga? Semplicemente alla caccia di opportunità. E comunque ambasciatori del meglio di casa nostra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica