Sul "Dab+" Lorenzo Suraci ha fatto una battaglia "da servizio pubblico"

Lorenzo Suraci, presidente di Rtl 102.5, combatte spesso battaglie che perfezionano il quadro complessivo della radiofonia italiana

Sul "Dab+" Lorenzo Suraci ha fatto una battaglia "da servizio pubblico"

Ci sono protagonisti che, pur giocando per la propria squadra, contribuiscono anche a migliorare il campionato di tutti. Il fumantino ma inarrestabile Lorenzo Suraci è uno di questi. Pur essendo il presidente di Rtl 102.5, combatte spesso battaglie che perfezionano il quadro complessivo della radiofonia italiana. E l'arrivo dell'era digitale su frequenze terrestri, di cui Rtl è stato un motore importante, senza dubbio contribuirà a rendere più moderni non soltanto i network privati ma pure il servizio pubblico. L'Agcom ha infatti approvato il piano Dab+ che «ha individuato e assegnato al settore unito le risorse frequenziali digitali, definendo un piano organico per il futuro sviluppo del Dab+» spiega Suraci (nella foto). La tecnologia Dab+ di seconda generazione sfrutta un algoritmo di compressione e un codice di correzione per migliorare la qualità del segnale e garantire una trasmissione più resistente ai disturbi. A parità di potenza e qualità del segnale, quindi, il Dab+ garantisce di raddoppiare o triplicare i programmi del singolo bouquet di offerta. In sostanza è un consistente passo verso un futuro delle radio sempre più organizzato. Su questo fronte «il percorso del gruppo Rtl 102.5 è iniziato oltre vent'anni fa con i primi investimenti» conferma Suraci. Ora sono realtà.

«L'Autorità ha potuto predisporre il piano Dab+ da poco approvato che finalmente metterà ordine alle frequenze digitali e consentirà agli operatori radiofonici di poter operare in un quadro radioelettrico regolato su tutto il territorio nazionale», osserva Suraci.

Decisamente una vittoria significativa, visto che la prima autorizzazione Dab data e richiesta a Rtl risale al 24 aprile 2001 quando per la maggior parte degli operatori privati (ma non solo), il Digital Audio Broadcasting sembrava più che altro solo una fantasiosa sigla uscita da una puntata di Star Trek.

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