"La Repubblica delle donne si merita le luci della ribalta"

Il conduttore lascia la notte e sbarca in prima serata con il suo show surreale tutto volto al femminile

"La Repubblica delle donne si merita le luci della ribalta"

Piero Chiambretti sbarca in prima serata su Rete 4 da questa sera con #CR4-La Repubblica delle donne. Al suo fianco nomi come Alfonso Signorini che si occuperà di costume e società, Cristiano Maglioglio, il presidente della Repubblica delle donne, Iva Zanicchi, Alda D'Eusanio. In fase di trattativa la partecipazione di Fabrizio Corona nella puntata del 7 novembre. Ospiti di stasera, intanto, Amanda Lear e Alessandra Mussolini.

Piero, qual è la differenza tra #CR4 e i suoi ultimi programmi?

«In realtà è lo stesso delle precedenti stagioni legato a Matrix, studio compreso, ma promosso dalla seconda serata di Canale 5 alla prima di Rete 4. Un valore diverso, il pubblico è più vasto: dai 5 milioni di spettatori, che dalle 23.30 si mettono davanti alla tv, ai 25 milioni che girano per canali dalle 20.30. Sarà più show e meno talk».

Come vive lo sbarco in prima serata?

«Con emozione, preoccupazione e determinazione. Per molto tempo ho preferito la seconda, fiore all'occhiello delle reti generaliste. Ora con l'età più matura, sento forte l'esigenza di alzare l'asticella e mettermi alla prova».

Cosa la incuriosisce delle donne?

«Ho una figlia di 7 anni, Margherita, e mi rendo conto di quanto siano più brillanti, vivaci, dirette di noi uomini. Da un po' di anni sono diventate le protagoniste assolute del costume e della società. E non da femministe, ma da donne. Per me le quote rosa sono un'offesa nei loro confronti. È giusto che lavorino le donne brave esattamente come gli uomini bravi, non per regolamento».

Il suo rapporto con le donne com'è?

«Sono sempre state al centro della mia attenzione fin da ragazzo: grande attrazione e conflitto. Poi con gli anni il chiodo fisso si schioda, molte mie ex sono diventate amiche. Non sono bellicoso, né astioso. In questo periodo sono sereno, non vivo più quel periodo di caccia grossa. Il fucile non è scarico, ma ormai ha il tappo di sughero...»

Si è innamorato spesso?

«Un tempo sì. Poi ho capito che la parola amore è inflazionata, va usata meno e meglio. È scientifico che le donne che ami di più siano quelle che ti faranno soffrire di più o che farai soffrire di più».

Con la madre di sua figlia, Federica Laviosa, si è separato nel 2016, che rapporto ha mantenuto?

«Per fortuna equilibrato, è una madre esemplare. Oggi le responsabilità genitoriali sono tante. A 7 anni sembra che ne abbiano 14...»

Ha raccontato che sul palco di Sanremo, nel '97, pensava più alla violinista Elena Majoni (con cui ebbe una storia di due anni) che alla conduzione della kermesse. La follia più grande fatta per una donna?

«Scrivere addirittura un film (Ogni lasciato è perso) ispirato a quella storia, mettendomi a nudo. La relazione era finita dolorosamente e magari l'avevo anche un po' romanzata. Rita Rusic a forza di sentirmela raccontare mi ha detto: Facciamone un film. Doveva essere un film drammatico, ma è stato promosso a commedia...»

Cosa pensa del movimento MeToo?

«Finalmente qualcuna ha alzato il dito, facendo uscire da uno stato di paurosa omertà molte altre. Poi si sono create fazioni tra le donne stesse, c'è chi denunciava e chi denunciava quelle che denunciavano. Attenzione a non diventare mitomani».

Qualcuna si è mai proposta a lei per fare carriera?

«Sul lavoro sono fin troppo serio. Anche laddove nei miei programmi ho incrociato ragazze avvenenti, brillanti, ho sempre dato segnali della serie siamo qui per lavoro».

La donna più importante per lei?

«Mia madre, che è anche un bel personaggio, l'ho portata spesso in tv.

Ha avuto una vita durissima, mi ha cresciuto da sola negli anni '50 senza un uomo accanto. Mi ha trasmesso quell'energia che poi ho trasferito per intero nella costruzione della mia carriera. Lì è nato il mio amore per le donne...»

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