Riecco il poetico mondo di Patroni Griffi

Quando negli anni '60 apparve In memoria di una signora amica ci fu chi gridò al miracolo di vedere evocato quel dopoguerra napoletano così intenso che fino ad allora avevamo visto rappresentato solo da Eduardo. Ma mentre De Filippo racconta il dramma della guerra con il ritorno dei reduci, Patroni Griffi ci restituisce le speranze della borghesia partenopea. Con la mirabile raffigurazione di una protagonista che dalle piccole cose di pessimo gusto che innervano la sua vita e quella delle sue meravigliose amiche ci racconta il dramma di una mutazione esistenziale. Con una «signora amica» che rappresenta tutti i timori della nuo- va generazione. Qui splendidamente raffigurata da una straordinaria Mascia Musy che, insieme al figlio e all'amico, assume il ruolo di coscienza critica di un'intera collettività. In uno spettacolo altamente suggestivo realizzato da uno dei nuovi talenti della regia contemporanea, Francesco Saponaro. Dove persino le povere masserizie e i letti disfatti assumono l'aspetto di specchio delle coscienze travagliate da un evento straordinario come la guerra. Grazie a uno spettacolo che eleva il testo a commossa elegia di un mondo perduto che trova il coraggio di riaprirsi alla vita.

Ne risulta uno spaccato che esplicita la differenza esistenziale tra una Napoli capitale dei sentimenti e una Roma tristemente arroccata nella difesa dei suoi privilegi. Tutto questo grazie alla magica distribuzione di tutti gli altri interpreti. Applausi fragorosi.IN MEMORIA DI UNA SIGNORA AMICA -Napoli, Teatro Mercadante.

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