Ritirata la medaglia al partigiano stragista di Schio

Era stato premiato nonostante la condanna a 10 anni di carcere per l'eccidio del luglio 1945

Ritirata la medaglia al  partigiano stragista di Schio

Valentino Bortoloso, il boia di Schio, dovrà restituire la «medaglia della Liberazione» consegnata in giugno dallo Stato italiano. Il partigiano di 93 anni, nome di battaglia Teppa, partecipò ad un odioso massacro nella notte fra il 6 e 7 luglio 1945. A guerra finita, 54 prigionieri nelle ex carceri di Schio, furono falciati a raffiche di mitra da un commando partigiano della brigata garibaldina «Martiri Valleogra». Per l'eccidio Bortoloso scontò 10 anni di carcere, ma l'Associazione nazionale partigiani lo ha inserito lo stesso in una lista di benemeriti della Resistenza segnalati per la medaglia. «Meglio tardi, che mai» è il commento dei parenti delle vittime, che avevano subito protestato dopo la consegna dell'onorificenza. Il sindaco di Schio ha chiesto la revoca al ministro della Difesa. La decisione di ritirare la medaglia è arrivata in questi giorni. La Difesa ha notificato alla prefettura di Schio la «revoca della medaglia» e l' «espunzione del nominativo di Bortoloso dall'albo» degli insigniti.

«Giustizia è fatta! È stata ritirata la medaglia alla vergogna al partigiano colpevole della strage di Schio» ha esultato Elena Donazzan, assessore regionale del Veneto. «Si tratta di una delle pagine più imbarazzanti della storia della Repubblica italiana - aggiunge Donazzan - La superficialità del governo Renzi, che si è rimpallato le responsabilità a mezza voce, si è tradotta nella semplice registrazione di nomi da un elenco fornito dall'Anpi per conferire delle medaglie, senza alcuna verifica».

Il diretto interessato non parla e l'Anpi di Vicenza protesta. Il presidente, Danilo Andriollo, ha dichiarato alla stampa locale che «Valentino è stato premiato per la sua attività partigiana certificata. L'eccidio? Lui è stato condannato e ha pagato per quel che ha fatto». Sul sito della sezione di Vicenza nessun comunicato, per ora, ma un secco «No a Via Almirante a Noventa» nel vicentino, dopo la decisione della giunta comunale di ricordare il leader del Movimento sociale italiano. Un fotomontaggio mostra il cartello di Via Almirante «razzista e fucilatore di partigiani». Al contrario l'Anpi sottolinea che Bortoloso, boia di Schio, «nel 1985 ha ricevuto un diploma dal Presidente della Repubblica Pertini e dal Ministro della Difesa Spadolini per aver combattuto per la libertà d'Italia». Durante la polemica i partigiani hanno fatto quadrato attorno a «Teppa»: «Tutte e tutti coloro che hanno ricevuto quella medaglia (della Liberazione nda) e quell'attestato meritano gratitudine, rispetto e riconoscenza per il contributo che hanno dato alla sconfitta del fascismo e del nazismo».

Donazzan, alfiere della battaglia per la revoca dell'onorificenza, non ci sta: «Le parole

vergognose dell'Anpi tese ad assolvere il buon partigiano, colpevole in fondo solo di avere fatto il proprio dovere compiendo la strage, è incredibile! Credo sia tempo di cancellare l'Anpi per manifesta faziosità e falsità».

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