Ritorna la luccicanza e "Doctor Sleep" ci toglierà il sonno

Nel seguito di «Shining», Danny Torrance è un medico che utilizza di nuovo i suoi poteri

Ritorna la luccicanza e "Doctor Sleep" ci toglierà il sonno

da Los Angeles

Chi ama il cinema ricorda la paura e la tensione che un capolavoro come Shining ha suscitato. Il film del 1980, diretto da Stanley Kubrick e tratto dal best seller di Stephen King del 1977, con un sublime Jack Nicholson a interpretarlo, ha lasciato un segno indelebile in più di una generazione. Quella paura ora sta per tornare, con Doctor Sleep, film diretto da Mike Flanagan, il cui trailer è stato lanciato a Los Angeles, e ispirato all'omonimo libro, secondo capitolo dell'inquietante saga horror di Stephen King.

Nei cinema italiani dal 31 ottobre, ancora prima che negli Stati Uniti, il sequel del capolavoro di Kubrick è ambientato in New Hampshire. Sono passati quarant'anni, il piccolo Danny Torrance, il bambino che in Shining ha visto suo padre Jack trasformarsi in un maniaco omicida, è cresciuto e ha a sua volta diversi problemi psichiatrici.

A interpretare Jack Torrance, raccogliendo il testimone da un monumento del cinema come Nicholson, è Ewan McGregor il quale, da quanto visto nelle prime immagini del trailer, non ha cercato di proporre un'imitazione del suo predecessore, se mai di dare una personalità propria al suo personaggio. Il regista, in un incontro con la stampa in occasione dell'uscita del trailer, ha spiegato che il film riprenderà la storia da uno dei momenti più bassi della vita dell'ex ragazzino che con il triciclo girava per i corridoi del desolato Overlook Hotel. «Danny - spiega il regista - sin da quando era piccolo ha cercato di tenere nascosto il proprio shining, il potere che gli permette di leggere nella mente delle persone e di avere premonizioni, perché convinto che fosse stato proprio quel suo dono a fare impazzire il padre, tanti anni prima. Sceglie di utilizzare di nuovo quella sua capacità, una volta assunto in un ospizio, mettendo le sue doti al servizio dei pazienti in fin di vita. Si tratta di un intento nobile, oltre che di una parte molto dolce del racconto. Grazie a questa sua scelta, si guadagna una reputazione fra gli anziani ospiti della struttura. A quanto pare lui è l'unico in grado di capire quando qualcuno sta per morire. I pazienti sanno che se lo vedono entrare nella loro camera in piena notte e sedersi sul letto, significa che è arrivato il momento di dormire per sempre. Da qui il soprannome di Doctor Sleep. La storia cambierà profondamente quando Dan Torrance incontrerà una ragazza con poteri simili ai suoi e dovrà proteggerla da una setta nota come The True Knot, a caccia di bambini con poteri paranormali».

Flanagan spiega che il personaggio che vedremo in Doctor Sleep porta con sé la pesante eredità di quel trauma infantile. «Quegli avvenimenti lo hanno completamente traumatizzato. Inoltre ha lo stesso temperamento del padre e da lui ha anche ereditato l'alcolismo. Personalmente credo che Shining raccontasse dei problemi legati alla dipendenza da alcol, mentre questo film in un certo senso racconterà di un tentativo di disintossicazione. Questo è uno dei due legami principali fra le due storie». Flanagan sa di doversi far carico di una responsabilità pesantissima, raccogliendo l'eredità di due geni come King e Kubrick. «Questo film - dice - è il riadattamento cinematografico della novella di King, ma è inevitabilmente anche un omaggio a Kubrick. Allo stesso tempo però, tengo a precisare che questa sarà una storia a sé, con uno stile tutto suo. Imitare Kubrick sarebbe stato sbagliato. Posso dire che sia il Kubrick Estate che Stephen King in persona hanno letto lo script e ci hanno fatto i complimenti. Questo, per me che sono un fan sfegatato di entrambi gli artisti, si è tradotto in una leggera pressione, che non ho quasi sentito... Scherzi a parte, si è trattato del lavoro più eccitante, gratificante e spaventoso della mia carriera».

L'autore dei due romanzi ha dato qualche consiglio al giovane regista, il quale assicura che «se King non fosse stato assolutamente in linea con noi, io non avrei voluto girare il film. La prima conversazione che abbiamo avuto ha riguardato alcuni personaggi che erano ancora vivi alla fine del libro Shining, ma che non lo erano alla fine del film di Kubrick. Volevo sapere come gestire quell'aspetto della narrazione. Poi abbiamo parlato della visione generale di Kubrick, per capire che cosa andasse mantenuto e che cosa no, secondo King. Devo dire che le nostre proposte sono state accolte sorprendentemente bene. Siamo usciti da casa sua non soltanto con la sua benedizione, ma anche con i suoi incoraggiamenti».

Circa la scelta di Ewan McGregor come erede di Nicholson, il regista spiega: «Volevamo qualcuno che potesse ragionevolmente interpretare il figlio di Jack Nicholson e Shelley Duvall, ma allo stesso tempo cercavo un attore che somigliasse all'interprete del bambino Danny. Ciò che volevamo fare era dare continuità al personaggio di Daniel e crediamo di esserci riusciti».

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