Il piccolo Reggie Dwight non se ne è mai andato dalla mente e dal cuore di Elton Hercules John. Normalità ed eccentricità. Genio e regolatezza. Sesso, cocaina, alcol e naturalmente genio. Icone antitetiche. E un unico denominatore comune. Lui, Elton John, è stato tutto ma ha sempre desiderato la tranquillità che non ha mai trovato. Reggie - figlio di un padre anaffettivo che lo detestava e una madre comprensiva ma spudorata nel confessargli che «sarebbe stato meglio non averti mai avuto» - si è trasformato in Elton. John è una citazione e un debito. Alla fine degli anni Sessanta, la stella pop in ascesa si era associato al più famoso di allora. Lennon.
Rocketman di Dexter Fletcher, proiettato fuori concorso a Cannes, non è un biopic ma molto di più. Non vuole raccontare tutta la vita del baronetto e sceglie la parte più intima. Il bambino che resta annidato nell'animo del divo. Lo accompagna tra le note e riappare negli attimi più tormentati di una psichedelia nichilista e distruttiva per disarcionarlo dal destriero che vola verso il precipizio. «Mi chiamo Elton Hercules John e sono dipendente da alcol, cocaina, sesso e denaro» dichiara il cantante, interpretato dal giovane Taron Egerton (nella foto) e da molti sosia. In realtà, lui, Elton dipendeva dall'unico dono che mai ebbe. L'affetto. Solo la nonna seppe regalargliene e un uomo che sarebbe stato il fratello mai avuto. Bernie Taupin. Paroliere. Così il pianista Elton cercò di rimpiazzar e quell'amore dietro occhiali a forma di cuore che non servirono a guardare nei sentimenti. Né svelarli. Si nascose nella musica ma trovò la solitudine dei suoi passi nel vuoto. Alla deriva della celebrità si scoprì mescolato a una folla di figuri e profittatori. Rimasero i compagni di ogni disgraziato per via. Alcol. Cocaina. Sesso inutile. Bulimiche ricchezze. E in fondo alla strada il suicidio di chi si volta indietro e vede un cimitero di occasioni mancate. Normalità uccisa. Dilaniata. Capolavori della musica - da Crocodile rock a Your song, da Pinball wizard a Don't go breaking my heart e naturalmente Rocketman passando per una solo accennata Candle in the wind - che non bastano a donargli felicità.
Il piccolo Reggie Dwight non si è mai allontanato dal cuore di Elton John. Lo ha preso per mano e portato lì, dove - spogliandolo del costume di scena di un uccello vermiglio - hatolto il velo a ogni dipendenza. E oggi è sobrio e disintossicato. Da 28 anni. Libero. Finalmente «normale».
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