I César – gli Oscar del cinema francesi – si tingono di rosso. Rosso come il colore della vergona, quella provata da Marlène Schiappa, segretaria di Stato francese alle Parità Opportunità, nel vedere nominato a ben dodici statuette Roman Polanski, il regista finito al centro di uno scandalo sessuale per presunte molestie. Il regista di origini polacche è stato nominato dall'Académie des César in ben dodici categorie per il suo ultimo lavoro cinematografico, "J’accuse". I premi César verranno assegnati il prossimo 28 febbraio alla Salle Pleyel di Parigi ma le polemiche e le critiche sono già scattate e promettono di infuocare la vigilia della premiazione.
A poche ore dalle candidature ufficiali, la polemica si è letteralmente infiammata sul web. Mentre l'Académie des César inseriva il nome del regista 86enne nelle più importanti categorie dei premi, tra i quali "Miglior Film" e "Miglior regista", l'associazione "Osez Le Féminisme" e la segretaria di Stato tuonavano sul web e via radio contro questa scelta. "Messaggio al cinema francese – ha scritto l’associazione su Twitter in reazione alle nomination - Valeva la pena sostenere, applaudire e celebrare Polanski, violentatore e pedocriminale accusato di stupro da 12 donne! Salle Pleyel, saremo lì come davanti alla Cinémathèque nel 2017!". A queste parole hanno fatto seguito quelle sdegnate della segretaria di Stato alla Parità Opportunità francese Marlène Schiappa: "Il cinema francese deve evidentemente ancora portare a compimento la sua rivoluzione sulle violenze sessiste e sessuali".
Mentre "Osez le feminisme" ha invitato i francesi a manifestare davanti alla Salle Pleyel di Parigi il prossimo 28 febbraio in occasione delle premiazioni, Alain Terzian il presidente dell'Académie difende le sue posizioni e come riporta l’Ansa spiega: "L’Academie non è un'istanza che deve assumere posizioni morali. Se non sbaglio oltre un milione di francesi sono andati a vedere il film. Andate a chiedere a loro". Tutto questo mentre nuove testimonianze di presunti abusi emergono. La fotografa francese, Valentine Monnier, ha dichiarato pochi mesi fa di essere stata picchiata e violentata da Roman Polanski nel 1975, quando lei era diciottenne, durante un soggiorno nella casa di montagna del regista in Svizzera.
I fatti, ormai passati in prescrizione a causa degli anni trascorsi, non hanno impedito alla fotografa di lanciare un campanello di allarme, riportando alla memoria levecchie accuse che erano già state mosse nei confronti del regista da altre donne. Polanski è tutt’ora nel mirino delle autorità giudiziarie americane per i presunti abusi su una minorenne, Samantha Geimer, avvenuti nel 1977.#METOO #BoycottPOLANSKI Msg au cinéma français : c'était bien la peine de soutenir Adèle #Haenel, pr ensuite applaudir et célebrer #POLANSKI, #violeur #pedocriminel en cavale, accusé de viols par 12 femmes ! RDV Salle Pleyel, nous y serons comme devant la Cinémathèque en 2017 ! https://t.co/V5Iw3VV042
— Osez le féminisme ! (@osezlefeminisme) January 29, 2020
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