"Mi colpì, mi riempì di botte e mi violentò". Con queste dichiarazioni, una francese, Valentine Monnier, accusa il regista Roman Polanski di averla violentata nel lontano 1975. Ed è subito bufera.
Fotografa e modella a New York, attrice in qualche film oltreoceano, la donna afferma di essere stata molestata brutalmente dal regista polacco (naturalizzato francese) all'età di 18 anni. La testimonianza choc è stata raccolta dal quotidiano francese Le Parisien che, nella serata di oggi, 8 novembre, ha sganciato la notizia bomba con un tweet da centinaia di condivisioni lampo.
Une Française accuse le réalisateur Roman Polanski de viol https://t.co/fdomuXKgnC
— Le Parisien (@le_Parisien) November 8, 2019
Secondo quanto riferisce la vittima dei presunti abusi, la violenza si sarebbe consumata "in uno chalet di Gaastad, in Svizzera, dopo una discesa sugli scii". La francese, al tempo dei fatti 18enne, racconta di essere stata "stuprata con estrema violenza", senza mancare nella narrazione di dettagli alquanto rabbrividenti. "Mi colpì - dice - e mi riempì di botte fino a quando non smisi di opporre resistenza. A quel punto, mi violentò facendomi subire di tutto. Avevo solo 18 anni". A quanto pare, dopo aver compiuto il misfatto, Polanski le avrebbe chiesto perdono in lacrime e lei, poco più che una ragazzina, sarebbe rimasta in silenzio per lo spavento. E soltanto a distanza di tempo, si sarebbe confidata con i suoi familiari.
L'episodio l'avrebbe segnata nel profondo ma, solo col trascorrere del tempo, avrebbe trovato il coraggio di denunciare i presunti abusi.
A darle forza, sarebbe stata la sceneggiatura del film "J'accuse", pellicola in uscita nelle sale francesi il prossimo 13 novembre e della quale è regista. "Lo stupro è una bomba a orologeria. (...) - continua - Il ricordo non svanisce, è fantasma e ti insegue, ti consuma perfidamente".
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