Se i canali di Amsterdam diventano un "Fosso" dove finisce anche il sindaco

L'Olanda di Koch è una tavola calda dove si mangia (si vive, si muore e a volte si uccide) da schifo, ma lui la spreme e la frulla ottenendo un passato di passato

Se i canali di Amsterdam diventano un "Fosso" dove finisce anche il sindaco

L'olandese Herman Koch non si offenderà se diciamo che è un eccellente kok. Cioè cuoco, nella sua lingua. Lo diciamo perché è qualità primaria del cuoco trarre il massimo, in termini di gusto e creatività, dalla materia prima di cui dispone. Il cuoco è un esaltatore di sapori. E questa volta non devono offendersi gli olandesi tutti se diciamo che la cucina di quelle parti non è proprio il massimo della vita. Chissà, forse avere per moglie una spagnola ha affinato il palato anche al Koch scrittore.

Sta di fatto che nei suoi romanzi usciti fino a oggi in italiano, editi da Neri Pozza, a partire da La cena (guarda caso) e proseguendo con Villetta con piscina, Odessa Star e Caro signor M., il Nostro ci ha servito piatti di alta qualità, nonostante la scadente qualità umana dei suoi personaggi principali, uomini maturi con sulle spalle il peso del fallimento, vuoi familiare, vuoi sentimentale, vuoi professionale. L'Olanda di Koch è una tavola calda dove si mangia (si vive, si muore e a volte si uccide) da schifo, ma lui la spreme e la frulla ottenendo un passato di passato, cioè un'indagine sui lati oscuri dei protagonisti, che merita un posto nel menu di un ipotetico ristorante letterario stellato.

Parlando di falliti, non poteva mancare, fra le portate di Koch, un politico. Certo, la voce narrante di Il fosso (pagg. 330, euro 17, traduzione, come al solito, di Giorgio Testa, da oggi nelle librerie, ovviamente per Neri Pozza) è un politico olandese, con ciò che ne consegue. Se la gatta scappa di casa, va in giro per il quartiere ad affiggere cartelli con il proprio numero di cellulare. Se una vicina si lamenta per la raccolta differenziata che differenziata non è, la sta ad ascoltare per mezz'ora. Se i suoi genitori ultranovantenni gli annunciano che vogliono farla finita in modo molto soft, prima di diventare «vecchi davvero», lui ne soffre, ma senza considerarla una roba fuori dal mondo. Però se nota, non visto, che la sua bella signora durante un party ha l'aria di flirtare con un assessore, ridendo forte e «buttando indietro la testa» come fanno le donne quando sono attratte dall'uomo che sta loro di fronte, ecco che Robert Walter, sessantenne sindaco di Amsterdam, dentro di sé (le cose più importanti nei romanzi di Koch accadono sempre dentro qualcuno, mai fuori) reagisce quasi allo stesso modo di un bellunese o di un catanzarese.

Il filo rosso della gelosia, rosso come la passione che lo lega ancora (per quanto?) alla moglie di origini chiaramente latine, appare e scompare davanti all'inquieto borgomastro, come la faccia dell'assessore potenzialmente cornificante, un provinciale e banale ambientalista fissato per le pale eoliche. Gli si sovrappongono, di volta in volta, quella del coetaneo compagno di gioventù ora scienziato da prima pagina e collaboratore di Stephen Hawking alle prese con un problema che la scienza non può ancora risolvere; quella della figlia prossima alla maturità, con fidanzatino straniero; quella di François Hollande in visita ufficiale che fa il galletto con una cameriera; quella del direttore del Rijksmuseum che vuole far fruttare economicamente, con una caterva di gadget, la venuta di Barack Obama; oltre a quelle citate di mamma e papà, in fondo i più giovani della compagnia.

Ognuno, anche se non lo dà a vedere, porta a spasso il proprio demone fra i canali di Amsterdam, la città dove la gente tiene le finestre aperte perché vuol far capire che non ha nulla da nascondere, dove le magagne vengono infilate sotto il tappeto dei sobborghi per non rovinare l'immagine luminosa e cartolinesca di capitale «a misura d'uomo», dove il burgemeester può cenare a lume di candela con la propria donna senza che nessuno se li fili minimamente.

Ma anche lassù ci sono giornalisti impiccioni e fotografie scomodissime risalenti agli anni Settanta e, andando tutti in bicicletta, possono verificarsi incidenti stradali, alcuni dei quali non completamente casuali...

Ancora una volta, Herman Koch dice che il non detto è più eloquente di tanti discorsi, e che esistere è già un'ammissione di colpa. In mancanza di prove, gli indizi sono più che sufficienti.

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