da Los Angeles
This is us è la serie che ha sconvolto le regole della tv in un'epoca in cui tali regole erano già state ribaltate dal proliferare di nuovi mezzi di produzione e diffusione, come Netflix e Amazon.
Perché? This is us, la cui seconda stagione è ora in onda su Fox ogni lunedi alle 22, è prodotta da un network tradizionale, NBC, ed è un family drama, un genere che in passato raramente ha fatto parte dei contenuti della tv generalista americana. L'esperimento è talmente riuscito da aver indotto NBC a dare già il via libera ad una terza stagione, a regalare al cast un premio-produzione di 250 mila dollari ed ad avere una lunga serie di star disposta a sgomitare per far parte dello show (fra questi, per esempio, Reese Witherspoon, Steven Spielberg, Oprah Winfrey, Sylvester Stallone e Ron Howard).
Qual è il segreto di un tale successo? Per scoprirlo abbiamo incontrato il creatore, Dan Fogelman e alcuni dei protagonisti, Mandy Moore che interpreta mamma Rebecca, Milo Ventimiglia (papà Jack) e Sterling K. Brown, che per il ruolo del figlio adottivo Randall ha vinto lo scorso settembre un Emmy, l'Oscar della tv. «Credo che una delle ragioni del successo della serie stia proprio nella sua natura intimista e nel racconto costruito fra il presente e i flash back del passato, - spiega Fogelman È stato infatti chiaro sin dall'inizio che la storia che stavamo raccontando avrebbe funzionato proprio grazie a questi salti temporali. Ci sono personaggi che esistono in episodi della vita della famiglia Pearson successi nel passato». Jack (Milo Ventimiglia) per esempio. Durante la prima stagione diventa chiaro che il suo personaggio non fa parte del futuro. «Morire nel nostro show non significa uscire dal racconto continua Fogelman - Non si possono capire le dinamiche di una famiglia senza conoscere cos'è successo prima. Sarebbe certamente stata una famiglia diversa se Jack non fosse morto». Jack dunque non esiste se non nei flashback del passato, ma la sua morte non viene spiegata e la produzione ha fatto in modo che nessun possibile indizio di cosa è successo trapelasse prima del tempo dal set.
«Siamo persino spaventati a dirvi che non ve lo possiamo raccontare dicono i protagonisti giriamo le scene in ordine sparso per evitare che i paparazzi, con le loro foto, siano in grado di dare indizi sulle future puntate».
Un altro dei segreti di This is us è quello di raccontare le dinamiche di una famiglia normale, brava gente che ha a che fare con problemi e felicità familiari simili a quelli di tutti noi. Nessun «cattivo», nessun dramma particolarmente violento, una famiglia come ce ne sono tante, in America e nel mondo, fatta di individui che portano avanti sogni e aspirazioni insieme ai problemi e alle insicurezze che appartengono a tutti. Randall è il figlio adottivo, nero, in una famiglia bianca, la sorella Kate ha a che fare con problemi di sovrappeso, il fratello Kevin con le insicurezze legate alla sua professione di attore. E poi ci sono i genitori, Jack e Rebecca. «È bello interpretare un brav'uomo dice Milo Ventimiglia un uomo che ama la moglie e la famiglia. Io non ho figli ma un giorno vorrei diventare come Jack, che in fondo rappresenta mio padre. È bello essere un modello di riferimento positivo, pur con le sue debolezze». Sterling K. Brown, che interpreta il figlio Randall a sua volta padre di due bambine, è dello stesso parere. «Sono orgoglioso di Randall e dell'esempio che dà, dell'amore che prova per la moglie e le due figlie dice l'attore la percezione in questo paese è che gli afro-americani, uomini, siamo assenti quando si tratta di famiglia. Questa serie dimostra il contrario ed è una bella immagine per il paese e per il mondo intero».
Per gli uomini, per gli uomini americani ancora di più, non è mai stato facile parlare di sentimenti e questo è un altro degli ingredienti del successo di This Is Us, scritto da uomini, che racconta (anche) i sentimenti degli
uomini. «Non so come ci siamo riusciti ammette Dan Fogelman Un gruppo di maschi alpha che racconta della madre, del padre, della nascita del figlio. Cerchiamo di farlo senza trattenere le emozioni e senza essere melensi».
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