Solenghi e Dapporto gay fra i puritani

Negli anni '60 due attori di provata fama come Renzo Ricci e Paolo Stoppa stupirono le platee nel duetto irresistibile di due gay dichiarati. In una commedia inglese che aveva fatto furore a Londra nonostante l'argomento. E che in Italia fece la delizia dei loro ammiratori. Insuperabili nei panni di un barbiere e di un attore che si comportavano come due ragazzi irresistibili nonostante gli anni. Perché, come prescrive l'autore Charles Dyer, non si trattava di far luce su un rapporto «diverso» bensì su un legame di sudditanza che si produce in qualsiasi rapporto di coppia. Ora la pièce, allora inti- tolata Sottoscala e oggi Quei due, si rifà in modo più gentile che spregiudicato, intriso di tenerezza e ambiguità, ai tic gestiti da una coppia di anziani che si comportano come due adolescenti. Ma l'attuale duo formato da un grande Tullio Solenghi e da un patetico Massimo Dapporto prende le distanze sia dal film (con Richard Burton e Rex Harrison) sia dagli antichi prototipi italiani. E il testo, seguito da altre pièce che giocavano sulla sessualità come Festa per il compleanno del caro amico Harod e dal film Domenica, maledetta domenica, oggi suscita risate per le situazioni imposte da una convivenza che giudicano gravosa se non insopportabile.

Corrosiva e sarcastica come accade nel contrasto verbale di due personalità opposte. Che ora deliziano la platea più dei nostri Legnanesi superandoli con senso della misura e impareggiabile divertimento nella spiritosa regia di Roberto Valerio. Successo strepitoso.QUEI DUE - Teatro della Corte, Genova.

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