Una sorprendente serata sull'amore

Il monologo è spesso prediletto dai teatranti che in tempo di crisi come l'attuale colgono l'occasione di celebrare il talento di un attore. Consacrandogli un omaggio alla carriera optano per questa scelta, ma c'è il sospetto che si tratti di un ripiego. Anche se non mancano le eccezioni. A partire dal grande Jean Cocteau che compose con La voce umana un éssai straordinario sulla passione d'amore. E che oggi l'eccellente testo-critico di Carlo D'Amicis intitolato Maledetto nei secoli dei secoli l'amore ci riporta sulla scena un'eccellente interprete come Valentina Sperli. Che ci offre un sorprendente decalogo sull'infelicità, la follia e il tormento di questo stato che è da sempre una ragione di vita. Lei è Lady Mora, una sensitiva esperta nell'arte antica di condurre a lieto fine l'aspirazione ad essere amate. Davanti al corpo, che non vediamo, di un uomo prossimo alla morte che, al contrario di lei, l'ha sempre amata ma al quale non ha mai offerto nessuna speranza.

Tormentata dal dubbio se lasciarlo sprofondare nelle tenebre staccando la spina che lo condanna a vivere, la Sperli delinea uno straordinario ritratto di donna ora succube della passione, spaventata dai suoi stessi gesti se non complice della sopravvivenza della figura che non vediamo, l'attrice delinea in piccoli gesti e soprassalti vocali uno squisito ritratto-testimonianza sull'amore. Che merita più di un applauso a scena aperta anche grazie all'eccellente regia che ha immesso la sua interprete nella condizione di incarnare l'amore. MALEDETTO NEI SECOLI DEI SECOLI L'AMORE - Roma, Teatro Vascello

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