È come se fosse - per far capire la portata dell'evento - il Sanremo di tutta Europa. Ecco, perché Torino è in festa per essere stata scelta come sede dell'Eurovision Song Contest che si terrà a metà maggio. È il più grande concorso musicale dal vivo del mondo, coinvolge quaranta paesi e nell'ultima edizione di Rotterdam ha raggiunto quasi 190 milioni di spettatori tra tv e web. Una kermesse che va oltre il valore musicale e i cui benefici in termici economici, di occupazione e di immagine ricadono sulla città ospitante, oltre che sull'intera nazione. L'Italia - dopo ben trent'anni dall'ultima volta, che fu a Roma nel 1991 - si è aggiudicata il diritto di organizzare la manifestazione grazie alla vittoria dei Maneskin con Zitti e buoni nell'ultima edizione del maggio scorso. In gara per ospitarla c'erano 17 città: in lizza erano rimaste Milano, Bologna, Rimini e Pesaro. La scelta (la decisione spetta a Rai e Ebu, European Broadcasting Union, organizzatori dell'evento) è ricaduta su Torino in primo luogo per le dimensioni del PalaOlimpico, una delle arene indoor più grandi d'Italia e, inoltre, per l'organizzazione messa in campo e l'offerta ricettiva disponibile nella città della Mole. Delusione per Milano, che aveva assaporato l'idea di ospitare un'altra grande occasione dopo l'Expo.
L'artista che gareggerà per l'Italia sarà, come sempre, il vincitore del prossimo festival di Sanremo. Intanto si è già scatenato il toto-nomi per la conduzione, che dato anche il respiro internazionale dell'evento, deve essere ben calibrata. Secondo le regole, sul palco possono salire da due a quattro presentatori, insieme e alternandosi. Probabile che la Rai scelga la formula a quattro: dunque uno sarà certamente Alessandro Cattelan. Nonostante il flop di ascolti del suo debutto su Raiuno con Da Grande, la tv di Stato non ci pensa proprio a escluderlo (c'era già un accordo precedente) e lui è la figura giusta dopo anni di allenamento a X Factor: ottimo conoscitore di musica, parla anche un inglese fluente. Stesse caratteristiche di Mika, che quasi certamente sarà della partita: offre il tocco internazionale e in più parla anche in francese. Poi ci vuole la componente femminile: e qui scende in campo Milly Carlucci che vanta pure la conoscenza di varie lingue e anche l'appeal sul pubblico più adulto. Per la quarta figura si vocifera di Chiara Ferragni, ma la superstar dei social viene tirata in ballo per qualsiasi cosa e di Ema Stokholma. Poi, si vedrà, a chi spetterà l'onore di decretare il vincitore Le semifinali si terranno il 10 e 12 maggio (in diretta su un canale Rai) e la finale sabato 14 sull'ammiraglia (oltre all'Italia, Francia, Germania, Spagna e Inghilterra vi accedono di diritto). Costo dell'evento: 26 milioni di euro, divisi tra Tv di Stato, Comune di Torino e Regione Piemonte. Che saranno ripagati in buona parte degli spot pubblicitari e dagli sponsor. Nove le settimane di «occupazione» del PalaOlimpico per organizzare l'evento, mille i giornalisti accreditati.
Grande festa a Torino, soprattutto per il movimento 5 Stelle al governo del capoluogo piemontese che così si consola dei risultati deludenti delle amministrative. La sindaca uscente Chiara Appendino che ha lottato come una leonessa per la candidatura della sua città è entusiasta: «Ospitare l'Eurovision è, allo stesso tempo, un grande onore e un grande risultato per la nostra città e il nostro Paese».
Il supervisore esecutivo dell'Eurovision Song Contest Martin Österdahl ha spiegato: «Torino è la città ospitante perfetta. Il PalaOlimpico supera tutti i requisiti necessari per mettere in scena un evento globale di questa portata». Il neo amministratore Delegato della Rai Carlo Fuortes ha aggiunto: «Una grande sfida per la Rai e per il nostro Paese».
Solo altre due volte nella storia dell'Eurovision (la prima edizione si svolse a Lugano nel 1956), l'Italia è riuscita a vincere e, dunque, a ospitare il concorso l'anno successivo. La prima fu nel 1964 grazie al trionfo di Gigliola Cinquetti a Copenaghen con Non ho l'età: la kermesse si svolse a Napoli nel 1965.
La seconda volta con Toto Cutugno a Zagabria nel 1990 con il brano Insieme: 1992. Ci sono voluti altri trent'anni perché l'Italia sfornasse quella band di «fuori di testa» che ci ha rilanciato musicalmente sul piano europeo e mondiale.
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