Tre al prezzo di uno: Pets al minimo sindacale

di Chris Renaud con le voci di Alessandro Cattelan, Laura Chiatti, Lillo

Chi si accontenta, gode. Anche se qui, per questo seguito, figlio degli incassi del primo episodio, bisogna proprio essere di bocca buona. Perché, ormai, la tendenza di alcune case cinematografiche, eccetto la Pixar, è quella di non sbattersi più di tanto per la sceneggiatura, facendo leva, quasi esclusivamente, sulla forza del marchio. È quello che accade anche in questo anonimo Pets 2 che, sia chiaro, piacerà certamente ai bimbetti in età prescolare (da qui, la sufficienza), che non si fanno troppe questioni, ma lascerà ben più di un pizzico di delusione ai genitori al seguito.

Cioè, avevi tra le mani un buon soggetto di partenza e ti accontenti del minimo sindacale? Che, tradotto, significa aver messo insieme, in pratica, tre corti, per farli confluire, molto pretestuosamente, in uno sciapo finale, così da dare un senso a tutta l'operazione. È un po' quello che era già capitato con Cattivissimo Me 3 e ora riproposto nel sequel di Pets . Così, si intersecano le vicende del cane Max che, dopo la nascita del bimbetto della sua padrona, è diventato agitatissimo. Non lo perde mai di vista, cerca di proteggerlo in ogni situazione, si fa venire delle crisi di prurito che richiederanno l'intervento di un veterinario. La famigliola decide di partire per la campagna e qui le nevrosi cittadine saranno amplificate. Per fortuna, tra gli animali della fattoria che li ospita, c'è anche il cane Galletto che, con il suo pragmatismo, farà sparire le ansie, facendo trionfare il fatalismo. Nel frattempo, seguiamo anche la storiella di Gidget che perde una pallina affidatagli da Max, finita nelle zampe di un branco di gatti. E quella del coniglio Nevosetto, convinto di essere un supereroe, alle prese con il salvataggio di una tigre, prigioniera di un malvagio direttore di circo.

Le tre storie avanzano in parallelo, fino all'epilogo finale corale che coinvolgerà il felino braccato. Peccato. Avessero creduto di più alla storia principale, ampliando il personaggio interessante di Galletto, avrebbero tirato fuori un buon film, invece che questo insieme di, pur simpatiche, gag slapstick.

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