Trionfa "Trovarsi" di Pirandello all'Eliseo con Mascia Musy

Trionfa "Trovarsi" di Pirandello all'Eliseo con Mascia Musy

Un'attrice alla ricerca di se stessa tra la vita reale e il palcoscenico. Questo è il tema dello spettacolo che il Teatro Eliseo, lo storico tempio di Giuseppe Patroni Griffi, propone al pubblico fino al 25 novembre a Roma dal titolo "Trovarsi", interprete, una brava Mascia Musy, figlia d'arte con l'adattamento e regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi.
"Venti anni fa ero una giovane attrice che faceva la sua gavetta, e una sera vidi "Trovarsi" di Pirandello con Valeria Moriconi e con la regia di Patroni Griffi. A fine spettacolo la commozione che la Moriconi mi aveva trasmesso era stata così forte che davanti al suo camerino cominciai a piangere a dirotto e proprio non riuscivo a smettere. Chissaà che cosa mi successe quella sera a teatro, devo avere percepito l'Arte come mai prima di allora: Valeria che era uan grande donna oltre a una bravissima artista, mi fece entrare, chiuse la porta e a poco a poco riuscì a calmarmi - spiega la dolce e bella Mascia Musy - Quando andai a parlare con Vetrano e Randisi, il primo mi disse "se penso a te penso a Trovarsi". Il cuore mi prese a battere forte pensando di dovere interpretare Donata Genzi. Grazie al Teatro di Messina e a loro, ma anche al mio sentire ora sono qui e mi fa un certo effetto. Mi sento felice. Un lavoro che mi fa pensare a mio padre....", prosegue la Musy che sulle scene è un interprete perfetta accanto a Angelo Campolo, Giovanni Moschella, Ester Cucinotti, Antonio Lo Presti, Marika Pugliatti, Monia Alfieri e Luca Fiorino.
Il testo fu scritto da Pirandello nel 1932 e dal libro di Piero Frassica per Marta Abba da queste parole possiamo dedurre cosa scorreva nella mente del grande drammaturgo: "L'amore per essere, deve farsi romanzo, passando ancora una volta dalla concretezza insopportabile della realtà alle sublimi derealizzazioni della verità. E così, in definitiva, che la storia d'amore raccontata nell'epistolario si svolge come una progressiva sostituzione della materia vitale, quella dell'eros non praticabile, con la materia indeperibile dell'arte, come quella nellla parabola di Donata Genzi, la protagonista di trovarsi, il cui ultimo grido dopo il fallimento dell'amore per Elj e l'impossibilità di trovare nel reale, una qualunque identificazione, è un'esortazione alla poesia, creatività pura che s'impone solo a patto del sacrificio vitale del creatore. E questo è vero e non è vero...vero è soltanto che bisogna crearsi, creare! E allora soltanto ci si trova."
La scena inizia con una scala dalla quale scende una nota attrice e per metà la scena è dominata da un mare proiettato in prospettiva, quel mare che tanto ama Elj, un giovane e spontaneo ragazzo che si innamora della nota attrice Donata Genzi che vive di mille personaggi che interpreta ma che mai ha capito quale è la vera parte di se stessa: con l'amore per il giovane che non ama il teatro ed è più giovane di lei si lascia portare sulla sua barca a vela alla deriva e passa con lui in casa del suo tutore un mese, un mese di vacanza lontano dal teatro. Lui la vuole sposare e lei accetta ma a patto che lui le permetta di fare l'attrice ancora una volta e davanti a lui in teatro. Lui non resiste e la vuole vera e tutta per se. Non sa più chi è lei e vuole che lasci le scene. Lei non può farlo, la sua identità si riflette anche nelle sue parti. Chi c'è allo specchio della sua vita alla fine? Il finale lo facciamo scoprire allo spettatore o al lettore di questo meraviglioso e drammatico testo. Brava tutta la compagnia, belle le scene, le luci e i costumi.

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