La vera poesia nasce spesso dalla sconfitta

La nostra società è sempre più incline a rigettare i perdenti e a costruire personaggi vincenti e da leggenda con grande facilità. Da questo punto di vista i social network diventano uno strumento formidabile e pericoloso per rappresentare una realtà, virtuale, che non esiste. «Vinco quindi sono»; sembra essere l'imperativo che caratterizza la società di oggi sebbene poi debba fare i conti con un nichilismo assoluto, vero male della contemporaneità. La realtà è un'altra: è nel dolore, nella sconfitta e nella malinconia che si sviluppano spesso le manifestazioni artistiche. La consapevolezza delle nostre miserie e debolezze aprono le porte alla poesia e all'arte così come ci viene raccontato nello spettacolo teatrale D'Annunzio segreto di Edoardo Sylos Labini che esordirà l'11 ottobre a Roma al Quirino dove il Vate non è più superuomo ma uomo colmo di paure e tormenti.

 Pasolini quasi mezzo secolo fa raccontava «bisogna educare le nuove generazioni al valore della sconfitta alla sua gestione e all'umanità che ne scaturisce»; un monito questo su cui oggi più che mai dobbiamo riflettere.

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