L'esordio nel Sei Nazioni dell'Italrugby sarà «bagnato» dagli azzurri che hanno fatto la storia passata e presente della nostra nazionale della palla ovale. Domenica 3 febbraio all'Olimpico di Roma prima di Italia-Francia gli atleti che hanno indossato la maglia azzurra riceveranno il cap ufficiale, istituito la scorsa primavera alla vigilia della partenza per il tour estivo nelle Americhe. Circa 400 dei 627 giocatori (figli o nipoti nel caso di atleti non più in vita) che hanno rappresentato l'Italia tra il 20 maggio del 1929 e il 24 novembre del 2012 a livello internazionale hanno già dato la propria adesione preventiva e riceveranno il tradizionale segno distintivo prima del calcio d'inizio.
L'annuncio è arrivato dal presidente della Federugby Alfredo Gavazzi in Campidoglio, dove è stato presentato il turno inaugurale del Sei Nazioni. L'Italia giocherà in casa tre delle cinque sfide: oltre a quella con la Francia il 3 febbraio, anche con il Galles il 23 febbraio e con l'Irlanda il 16 marzo. «Il cap - ha dichiarato Gavazzi - è uno dei simboli del mondo del rugby ed è per me motivo di grande orgoglio poter annoverare anche l'Italia tra i Paesi che celebrano questo rito. Abbiamo istituito di recente la consegna del cap, adesso vogliamo regalare un momento indimenticabile a tutti coloro che hanno avuto l'onore di vestire la maglia della nostra Nazionale, offrendo loro un riconoscimento ancor più importante della maglia stessa, un segno d'appartenenza alla ristretta élite di coloro che hanno giocato al più alto livello. La partita con la Francia rappresenta uno degli appuntamenti storici del nostro rugby, una delle rivalità più sentite, e pertanto ci è parso il momento ideale per far respirare l'atmosfera del Sei Nazioni a chi, avendo vissuto negli anni pionieristici o di sviluppo, non ha avuto la possibilità di farlo».
Prima del calcio d'inizio, tutti i giocatori insigniti del cap ufficiale saranno a bordo campo per cantare insieme ai 15 azzurri in campo l'inno nazionale. «Sarà un momento estremamente toccante per tutti, un abbraccio ideale tra gli atleti del passato e quelli di oggi secondo quel senso della tradizione tipico del nostro splendido sport», ha concluso Gavazzi.
«Ormai è consolidato che il Flaminio non basta più, ci vuole l' Olimpico per il rugby italiano e questa per noi è una grande soddisfazione - ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno -. Nella capitale vediamo crescere anche il rugby sul territorio, con otto impianti a Roma dedicati a questo sport. È una passione che sta crescendo, il messaggio lanciato dal rugby è che anche uno sport forte e rude può coniugarsi con la lealtà e la correttezza».
Il ct Jacques Brunel ha già scoperto le carte: la settimana scorsa ha presentato la lista dei 30 giocatori che affronteranno i primi due match del torneo (Francia in casa e trasferta in Scozia il 9
febbraio). Assenti i fratelli Mauro e Mirco Bergamasco, le novità rispetto ai test match di novembre con Tonga, Nuova Zelanda e Australia saranno Paul Derbyshire, Paolo Buso (unico cap in azzurro nel 2008) e Gonzalo Garcia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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