La sosta, quasi un dispiacere. Perché l'armonia trovata dall'Everton nelle prime tre settimane di stagione, con quattro vittorie su quattro in campionato e tre su tre in Coppa di Lega, meritava di non essere interrotta. 4-2 ieri sul Brighton sotto una pioggia costante, come costante è il tema della grande partenza dei Toffees, i cioccolatini caramellati, soprannome ultrasecolare derivante da un negozio che sorgeva nei pressi dello stadio: la semplicità.
Arrivato all'Everton il 21 dicembre 2019, Carlo Ancelotti aveva visto il centravanti Dominic Calvert-Lewin segnare otto gol in 11 partite prima dell'interruzione per la pandemia: ma alla ripresa, in luglio, il ragazzo si era consumato a correre nelle quattro direzioni, nell'espressione più pura e sprecona del Bulldog Spirit, dello spirito britannico. Eh no: e infatti alla partenza della stagione 2020-21 Ancelotti - ieri 100 gare in Premier League - gli ha detto più o meno «sei un centravanti, fai il centravanti: stai in area». Specialmente perché aveva in mente un progetto, concretizzato con l'arrivo di James Rodriguez in prestito dal Real Madrid: abbandonare il 4-4-2 utilizzato quasi in esclusiva e trasformarlo in un 4-3-3 nel quale ovviamente è fondamentale che la punta centrale sia, appunto, centrale e non vagabonda. Calvert-Lewin, 23 anni, ha risposto con sei gol in Premier League e tre in Coppa di Lega, meritandosi finalmente la convocazione nella nazionale inglese.
Fondamentale davvero, però, James: che scombina le difese avversarie accentrandosi dalla fascia destra e concludendo, tre gol in quattro partite di cui due ieri. Alla ripresa ci sarà il derby in casa con il Liverpool e sarà già una delle partite dell'anno. Senza pubblico, come sempre: e ieri a Leeds, per il combattuto 1-1 tra United e Manchester City, più che in altre occasioni è stato possibile ascoltare le ossessive istruzioni date dalle due panchine, soprattutto quella del City.
L'allievo Pep Guardiola, che sta già perdendo terreno sul Liverpool, contro il maestro che tale non ritiene di essere, Marcelo Bielsa: una vigilia di complimenti, frasi a effetto e parole dolci che sono servite a ribadire il mito moderno del tecnico argentino. Che sarà Loco ma ogni volta che parla è così candido, nelle sue espressioni, da far sembrare matti, e complicati, gli altri.
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