«È stata dura, ho faticato tanto, non posso nascondervi che ho pensato di poter attaccare il secondo posto di Uran, ma poi ho capito che su quelle pendenze era difficile andare e ho pensato a difendere come meglio potevo il mio podio. Il mio tecnico nelle giovanili - Olivano Locatelli - mi ha sempre detto: un vero corridore si vede quando non sta benissimo. Perché sono capaci tutti di fare il fenomeno quando si ha una gamba buona. Oggi penso di essere stato un ottimo corridore». Fabio Aru sorride leggero. Bacia la mamma e la fidanzata. Stringe mani e si presta per foto e qualche selfie. Il Giro è finito, e il terzo posto vale quanto una vittoria. «Se mi avessero detto che avrei chiuso così il Giro ci avrei messo non una firma e nemmeno due, ma tre. Salire sul podio finale, per me è una soddisfazione immensa. Ringrazio tutti i compagni, si sono fatti il mazzo per me.
Peccato per Michele Scarponi e Jani Brajkovic che, a causa delle cadute, hanno dovuto lasciare la corsa. Li saluto e auguro di guarire presto. Voglio dedicare questo risultato proprio ai miei fantastici compagni. Sapevo di aver lavorato tanto nei mesi scorsi, ma non pensavo di essere già a questo livello».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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