Berrettini e i suoi fratelli. Anche il tennis italiano ha il suo rinascimento

La finale di Wimbledon di Matteo è l'apice di un movimento in crescita: Sinner, Musetti e Sonego

Berrettini e i suoi fratelli. Anche il tennis italiano ha il suo rinascimento

Giorno di incontri al Quirinale e al Palazzo Chigi per gli sportivi che nell'ultima settimana hanno regalato qualcosa di speciale all'Italia. Il riferimento è alla Nazionale italiana di calcio, sul tetto d'Europa dopo un digiuno durato 53 anni, ma anche a Matteo Berrettini e a un tennis italiano sempre più realtà emergente del contesto internazionale. Il romano è l'eccellenza senza se e senza ma, essendo stato il primo azzurro della storia a raggiungere la Finale di Wimbledon. Nello Slam più importante, il Tempio del tennis, Matteo si è reso protagonista di due settimane straordinarie e solo il giocatore probabilmente più forte della storia, Novak Djokovic, poteva fermarlo nell'atto conclusivo. Resta la bontà di un grande percorso da associare al successo nel celebre torneo del Queen's, ai quarti di finale del Roland Garros (altro ko contro Djokovic), alla Finale nel Masters1000 di Madrid e al sigillo nel torneo di Belgrado. Non è un caso che il nostro portacolori sia attualmente n.3 della Race, ovvero la classifica che tiene conto del rendimento in questo 2021.

Tuttavia, alle spalle di Berrettini c'è un movimento in fermento. Sono ben dieci i giocatori italiani nella top-100 del ranking e tra questi ci sono due Under20 che tutto il mondo ci invidia. Ci si riferisce a Jannik Sinner (n.23 del mondo) e a Lorenzo Musetti (n.62 ATP), entrambi in evidenza quest'anno al Roland Garros con gli ottavi di finale raggiunti. Da non dimenticare l'atto conclusivo nel Masters1000 di Miami con protagonista Sinner e la semifinale dell'ATP500 di Acapulco con Musetti. Un'ondata azzurra in cui il contributo di Lorenzo Sonego (n.26 del mondo) e di Fabio Fognini (n.31 del ranking) c'è: il piemontese ha vinto il torneo di Cagliari, giungendo poi in Finale sull'erba di Eastbourne e in semifinale nel prestigioso torneo di Roma; il ligure può vantare i quarti di finale nel 1000 di Montecarlo.

L'hanno definito «Il rinascimento italiano del tennis» e il presidente della Federazione Angelo Binaghi, presente al Quirinale e a Palazzo Chigi, l'ha ribadito: «Noi del tennis non siamo abituati a questi straordinari successi. Ho riaperto il nostro libro dei sogni ieri. A questo libro mancava solo la Finale di Wimbledon. Siamo entrati in una nuova dimensione», le parole di Binaghi. «Per me è un sogno essere qui ed è qualcosa di straordinario aver partecipato alla Finale con Djokovic. Spero di tornare con un trofeo più importante per rendere ancora più orgogliosi tutti voi», la chiosa di Berrettini.

L'Italia, dunque, non deve guardare solo al pallone, ma anche alla racchetta e pallina perché la sensazione è che il meglio debba ancora venire. Il circolo virtuoso è tale che parlare di squadra, come nel calcio, non è certo fare uno sgarbo a qualcuno. Nelle prossime Olimpiadi di Tokyo potrebbero esserci sorprese piacevoli.

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