Berrettini, un king al Queen's. E ora Wimbledon

L'azzurro vince all'esordio sull'erba inglese come Becker nell'85. Che poi si ripeté nello slam...

Berrettini, un king al Queen's. E ora Wimbledon

Il torneo del Queen's è uno di quelli che un patito di tennis si sogna per tutta la vita. Può capitare poi che quando ci arrivi la prima volta magari piove tutto il giorno, oppure che invece sei uno di quelli che scende in campo e finisce che lo vinci. Matteo Berrettini ha scelto la seconda soluzione e non è solo una magia di Londra, ma la conferma che l'Italia ha un vero Top 10. E probabilmente non solo.

Insomma: era dal 1985 quando l'allora diciassettenne Boris Becker si aggiudicò il trofeo nel club dedicato alla regina Vittoria al suo primo tentativo. Ed è la cosa che adesso lo lega a Matteo, che ha sudato tre set contro Cameron Norrie (6-4, 6-7, 6-3) su una superficie che gli va particolarmente a genio. L'erba sta a Berrettini come Berrettini sta all'erba, e d'altronde lo conferma il fatto che dei cinque tornei Atp vinti fin qui, due sono sul verde: «Senza voler offendere gli altri trofei, questo è il più bello. E vedere il mio nome accanto a quello di Boris dà i brividi. Sognavo da bambino di giocare un giorno qui, mi sono sentito subito bene e per fortuna anche se il tempo è stato inglese abbiamo evitato la pioggia in finale. Per cui è stata una settimana fantastica». Lui, primo azzurro a trionfare su quell'erba.

In attesa della prossima. Perché il trionfo di ieri profuma di antipasto per Wimbledon, che tra 7 giorni riaprirà le porte dopo lo stop per Covid del 2020. Inutile nascondersi: Matteo sarà testa di serie numero 8 e dunque avrà un tabellone privilegiato, ma soprattutto si muoverà sul terreno che anche contro Norrie ha dimostrato di saper maneggiare alla grande («Sono arrivato giovedì scorso dalla terra rossa di Parigi e non ho avuto problemi ad ambientarmi»). Cominciando dal servizio (ieri gli ace sono stati 19), che sull'erba diventa un'arma letale quando viaggia oltre 200 all'ora come quello del nostro eroe. Dunque: dire che Berrettini possa essere uno dei favoriti nel tempio del predominantly white non è certo una roba da matti, pur sapendo che - con Nadal assente e Federer alle prese con gli affanni della terza età tennistica - la caccia di Novak Djokovic al Grande Slam potrebbe avere vita più facile. Berrettini però, già al Roland Garros, ha dimostrato di avere le qualità per giocare testa a testa col serbo, eppoi la new generation comincia a scalpitare: Matteo, come Tsitsipas o Zverev, non sono più infatti Next, e prima o poi la storia insegna che l'occasione arriva.

Insomma: il

sogno di ieri è una bella (e solida) realtà. E poi, proprio nel 1985, Wimbledon celebrò il successo a sorpresa di un giovane tedesco. Si chiamava Boris Becker e aveva appena vinto, al primo tentativo, il torneo del Queen's.

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