Le big del pallone europeo incassano sempre più soldi

Le venti società più ricche fatturano 4,8 miliardi di euro (+10 per cento). Ma la top ten segna da sola il 50% del rosso di 720 club del continente

Le big del pallone europeo incassano sempre più soldi

Il calcio resiste alla crisi, o almeno così sembra, a giudicare dall'analisi dei ricavi dei primi 20 club calcistici d'Europa che fatturano 4,8 miliardi, in crescita del 10% rispetto alla stagione precedente. In netta controtendenza, quindi, con tutti gli altri comparti che a fatica riescono a sopravvivere. Ancora più sorprendente il fatto che il giro d'affari è quadruplicato negli ultimi sedici anni, ovvero dal 1996-'97 in cui Deloitte pubblicò la prima ricerca in materia. Secondo Dan Jones, partner dello Sport Business Group di Deloitte, «la conferma della crescita nella stagione 2011-'12 dimostra la continua capacità di resistenza dei migliori club agli impatti della crisi economica internazionale». E questo per tre motivi: «L'ampia e fedele base di tifosi, la capacità di catturare audience televisiva e, infine, l'abilità nel continuare ad attrarre grandi aziende come partner». Ma non è tutto oro ciò che luccica da questa immagine che fotografa i fatturati e non fa da specchio fedele all'andamento dei bilanci. Le top 10, nonostante i ricavi stratosferici, producono una perdita netta aggregata di oltre 850 milioni, pari al 50% del «rosso» di tutto il calcio europeo che consta di 720 squadre. «Il dato non dovrebbe discostarsi molto dalla realtà anche se si riferisce alla stagione precedente», afferma Michele Uva, responsabile del Centro Studi e Sviluppo della Federcalcio. Alla base di tanti debiti l'impressionante mole di denaro riversata negli ingaggi.

Nella Football Money League, riservata ai 20 club più ricchi d'Europa, il duo di testa è tutto spagnolo. Il Real Madrid, i cui ricavi arrivano a 512,6 milioni di euro, stacca il Barcellona di circa 30 milioni e si conferma al comando di questa speciale classifica per l'ottavo anno consecutivo. Invariate le prime sei società rispetto allo scorso anno, con Manchester United, Bayern Monaco, Chelsea e Arsenal di rincalzo alla coppia di testa. La novità più interessante è rappresentata dall'ingresso al settimo posto del Manchester City, l'anno scorso dodicesimo ma autore dell'incremento di fatturato più alto di tutti i tempi (+68% da 116 a 285,6 milioni di euro), grazie alla munificenza del suo presidente che poco si sposa con l'imminente ingresso del fair-play finanziario. A ruota seguono Milan, Liverpool e Juventus.

Nella top 20 figurano 7 club inglesi, 5 italiani, 4 tedeschi, 2 spagnoli e altrettanti francesi. In chiave nazionale il dato è sconfortante al pensiero di come le nostre società basino i ricavi quasi esclusivamente sui diritti tv mentre paghino dazio per gli impianti anacronistici (fa eccezione lo Juventus Stadium) e l'arretratezza del merchandising. In soldoni un gap medio di 100-120 milioni a stagione. A dispetto di queste considerazioni Milan, Juventus e Napoli hanno aumentato i ricavi mentre Inter e Roma hanno subito un forte contrazione. Vediamo perché. La società bianconera, forte dello Juventus Stadium che ha garantito il 174% in più dei ricavi da stadio, è salita dal tredicesimo al decimo posto con 195, 4 milioni. Un anno fa era ferma a 153,9 milioni. Ma è sempre il Milan, sceso dal settimo all'ottavo posto, il club con il migliore fatturato. Nell'ultimo esercizio è passato addirittura da 235,1 a 256,9 milioni grazie alla maggiore penetrazione nei mercati televisivi esteri. In aumento anche il fatturato del Napoli (da 114,9 a 148,4) che sull'onda di straordinarie performance sportive ha guadagnato cinque posizioni superando Olympique Marsiglia e Lione, le uniche due squadre francesi.

Male invece Inter (-26 milioni) e Roma -28 milioni): la società nerazzurra, con 70 milioni in meno di ricavi rispetto ai cugini, è scivolata dall'ottavo al dodicesimo posto nella classifica dei paperoni d'Europa; il club giallorosso, dopo tante aspettative dovute all'arrivo degli americani, ha scontato gli insuccessi sul campo.

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