Brasile, già dismessi gli stadi della disfatta degli Azzurri

Manaus, Natal, ma anche Curitiba e Cuiabà hanno esaurito il loro compito con i gironi di qualificazione. Non ospiteranno più le partite dei Mondiali

Brasile, già dismessi gli stadi della disfatta degli Azzurri

Manaus e Natal sono i primi della lista. L'Arena das Dunas di Natal, lo stadio maledetto dove la Nazionale italiana ha lasciato i sogni di un Mondiale da protagonisti, è già un campo silenzioso dove le tribune sono battute dalla pioggia e dal sole, senza spettatori, senza telecamere, senza bandiere. Diventato un non-luogo dopo il fasto di un giugno indimenticabile. Destinato a vendita, dismissione, o riutilizzo, come gli altri stadi brasiliani dove la favola è finita: Manaus, Curitiba e Cuiabà. Da questa sera, dopo l'incontro tra Costarica e Grecia, anche Recife (che ospitò Costarica-Italia) entrerà nella lista dei giganti di cemento e lamiere da affidare ad altro destino. Dagli ottavi in poi, il calcio planetario va via di qui. Manaus, Natal, Curitiba e Cuiabà, le sorelle povere di un Mondiale che ha già abbandonato le periferie.

Le quattro città sono svuotate di tifosi. Sono transitati in appena tre giorni dalla festa alla vita di sempre. Dagli alberghi affollatissimi, alla routine di un turismo da pionieri, perché il mercato vola sempre lontano da lì, alle metropoli che continueranno fino alla fine dei giochi a splendere delle mille luci dei loro stadi a cinque stelle.

Da oggi in Brasile è tornato urgente il dibattito: quale sarà la sorte di questi elefanti bianchi? I quattro stadi hanno ospitato una media di 39mila 631 visitatori a partita, per un totale di 634.102 tifosi in sedici partite, quattro a testa per ciascuna struttura. Le squadre locali, quando va bene, raggranellano un massimo di 6mila tifosi a partita. Ma le spese sono state immense. C'è ora bisogno di un utilizzo diverso. E già si inizia a discutere tra privati, amministrazioni e club.

Manaus, per esempio. Lo stadio sede dell'unica partita vittoriosa dell'Italia contro l'Inghilterra è costato 300 milioni di dollari, 880mila dollari al minuto, considerando le quattro partite da 90 minuti (senza recupero) disputate. La squadra amazzonica del Nacional Futebol Clube milita attualmente in serie D. Impossibile che possa riempire anche solo un decimo dei 42mila posti disponibili sugli spalti. Proprio oggi, dalle colonne dei giornali locali, torna in auge la proposta del Tribunale della Giustizia dell'Amazzonia: lo stadio diventi un carcere. Alcune istituzioni locali chiedono invece che sia venduto.

Natal passerà alla storia come lo stadio più triste per il calcio italiano dell'ultimo mezzo secolo. Ha una capacità di 40mila posti, ma la media di tifosi delle due squadre, Abc e America, non è andata lo scorso anno oltre i 6mila spettatori per i match di grido. Il segretario allo Sport, Joacy Bastos, lancia una proposta più che ambiziosa: "Lo stadio è collocato nel luogo giusto per ospitare grandi eventi internazionali che diano impulso al turismo". Per ora si annuncia non facile la gestione a due, da parte dell'amministrazione locale e della concessionaria che ha costruito la struttura.

A Cuiabà,

nel Mato Grosso, già venerdì si è svolta la prima riunione del governo locale per iniziare un dialogo con i privati. Si pensa di esportare all'Arena Pantanal partite del Campionato brasiliano. Ma per ora sono solo desideri.

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