Cambia il derby scudetto. Ora Inzaghi si difende e Pioli va all'attacco

Il nerazzurro: "Non mi hanno chiesto il titolo". Il rossonero: "Noi eccezionali, tutto è possibile"

Cambia il derby scudetto. Ora Inzaghi si difende e Pioli va all'attacco

È un derby infinito quello che comincia stasera tra San Siro (arriva l'Udinese per il Milan) e Marassi (c'è il Genoa per l'Inter). Proseguirà martedì con il confronto one to one in semifinale di coppa Italia (andata) e si concluderà probabilmente al culmine delle prossime 12 giornate di campionato a maggio inoltrato. Dietro le quinte di questa sfida milanese, inedita per certi versi (i pronostici iniziali erano tutti per un duello Inter-Juve), ci sono anche curiosi e stravaganti cambi di registro. Per esempio Simone Inzaghi, dopo la doppia sconfitta (Liverpool e Sassuolo), ha provato a spegnere gli allarmismi di critica e tifosi («c'erano anche in estate dopo il mercato» ricorda malizioso) e a prendere le distanze dalle responsabilità. «La società mi ha chiesto di puntare a un posto in Champions e a vincere la Supercoppa d'Italia che mancava da tempo» la precisazione che sembra in netto contrasto con la missione data a tutto il club dall'ad Beppe Marotta a ottobre quando al forum della Gazzetta definì in modo diverso i programmi societari («puntiamo a vincere ancora lo scudetto e a regalare la seconda stella ai nostri tifosi»).

Sono i giochi di prestigio della comunicazione e in parte della propaganda che mettono in secondo piano alcune sicurezze («torneremo a fare gol, abbiamo il miglior attacco del torneo» detta Inzaghi) da recuperare insieme al ritorno in regia di Brozovic, l'insostituibile, vicinissimo al rinnovo contrattuale. Di segno opposto, appare invece il virgolettato di Pioli che ha sdoganato la parola scudetto dopo averla esorcizzata per mesi. «Il piano è di migliorare la classifica dello scorso anno, se poi dovesse arrivare lo scudetto sarebbe qualcosa di eccezionale. Abbiamo costruito una casa solida, dobbiamo adesso abbellirla» è la metafora scelta per il suo lavoro per il quale riconosce al club «di averlo sempre tutelato, protetto, apprezzato» a dimostrazione di una sintonia perfetta che spunta anche nella risposta conclusiva.

Gli chiedono: cosa ha Pioli in più rispetto a Inzaghi e Spalletti, tecnici che non hanno mai vinto lo scudetto? «Pioli ha il Milan che vuol dire che ho tanta fiducia nei miei, tutto è possibile» la conclusione con la novità di una citazione in terza persona. Ma non è improvvisa boria. Piuttosto anche la concorrenza, dinanzi all'anteprima del derby infinito, si divide in parti uguali. Beto, centravanti dell'Udinese, ad esempio, pronostica l'Inter tricolore mentre Ribery vota Milan per amicizia nei confronti di Ibra («se lo meriterebbe» dice il francese).

A proposito di Zlatan: secondo Pioli ha voglia di restare ancora il prossimo anno mentre il club l'aspetta magari per Napoli perché «migliora più lentamente del previsto». Come Ibra si sta scaldando il tedesco Gosens, il rinforzo più atteso del mercato di gennaio: tra derby e Salernitana il suo debutto è garantito.

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