La Sinner-Mania ha coinvolto tutti ed è un amore sportivo diverso rispetto a quelli che l'hanno preceduto e che sono stati spesso citati in questi giorni: in ordine cronologico, Alberto Tomba tra fine anni Ottanta e Novanta nello sci, Valentino Rossi tra fine anni Novanta e anni Dieci del nuovo millennio. Erano campioni, di più, erano fenomeni in gara ma anche ragazzi dalla personalità istrionica e anche un po' guascona, capaci di attirare l'attenzione di tutti gli italiani, non solo gli appassionati di sci e motociclismo. Il campione bolognese portò all'interruzione del Festival di Sanremo del 1988 tenendo incollati allo schermo Rai 13 milioni di spettatori per lo slalom dei Giochi Invernali a Calgary, mentre il Dottore, considerando la totalità dei canali del pacchetto Sky, fu seguito da 9,7 milioni di spettatori nel Gp di Valencia del 2015.
Con Jannik Sinner la storia si sta ripetendo, ma il 22enne ha un approccio alla notorietà completamente differente, lontano dall'estrosità del ruspante Tomba e dai colpi di genio del pilota di Tavullia. Jannik ha conquistato la platea con il suo enorme talento, con la forza e il coraggio del suo gioco, ma anche con un approccio semplice e pacato che l'ha trasformato in figlio di tutti. E il punto più alto è stato quando, è andato oltre i calcoli che nella fase a gironi gli avrebbero permesso, perdendo contro Rune, di eliminare proprio Djokovic.
In quel momento Jannik è diventato la miglior versione di se stesso. Per questo il pubblico se ne è innamorato. Oltre 3.000.000 di spettatori davanti alla tv nelle sfide del girone tra Rai2 e Sky Sport ne sono state la riprova.
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