C'era una volta Jacobs. Ma la fatica di Antonella salva l'Italatletica

La Palmisano bronzo nella 20 km, lo sprinter manca la sua finale. Iapichino finisce in lacrime

C'era una volta Jacobs. Ma la fatica di Antonella salva l'Italatletica
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Meno male che c'è quell'eroina della Palmisano, in una giornata di delusioni azzurre. Ai Mondiali di atletica di Budapest, l'Italia festeggia il ritorno sul podio della marciatrice pugliese che, dopo due anni di calvario a causa degli infortuni, conquista il bronzo nella 20 km di marcia, distanza nella quale è campionessa olimpica. Ma nell'Ungheria che celebrava ieri una delle feste nazionali più importanti, non tutto è andato per il verso giusto in casa Italia. A partire dal risultato di uno dei suoi assi, Marcell Jacobs, rimasto escluso dalla finale mondiale dei 100 metri per quattro centesimi. Il campione olimpico ed europeo ha corso in 1005 in semifinale, dove si è piazzato quinto, e non è bastato il personale stagionale per accedere alla finale poi vinta dall'americano Noah Lyles in 983. Di sicuro, c'è stato un netto miglioramento rispetto alla batteria, corsa in 1015; ma come prevedibile, l'azzurro non è ancora tornato il Jacobs dei tempi buoni, complice un'altra annata costellata di infortuni. L'obiettivo da un anno a questa parte era un altro: ossia vincere l'unica medaglia che mancava alla sua carriera. Tutto è rimandato. Commenta deluso Jacobs: «Potevo stare a casa, invece sono venuto qui e ci ho messo la faccia. In questo momento non sono io: mi manca il feeling con le gare, con gli avversari, con i blocchi, con lo starter. Anche il campione del mondo in carica (Fred Kerley, ndr) è rimasto fuori per un centesimo e questo significa che i 100 metri non sono una specialità scontata e non si può inventare nulla. Questa sera, quando mi guarderò allo specchio in albergo, non avrò da rimproverarmi niente perché ho dato il 110%». Sconfitto sulla pista, ma Jacobs non si abbatte. Anzi, vuole correre al più presto. Dichiara: «La stagione non finisce qui. Farò la staffetta 4x100, perché siamo i campioni olimpici e può succedere di tutto. A fine Mondiali vorrei andare in Cina e poi puntare alla finale di Diamond League ad Eugene». Quella Eugene che l'anno scorso lo vide dare forfait prima della semifinale.

Ha chiuso in lacrime Larissa Iapichino dopo la sua prima finale mondiale nel salto in lungo. La figlia d'arte si è piazzata anche lei al quinto posto, ma con la rabbia di chi sa di aver sprecato un'occasione in quella Budapest in cui mamma Fiona ha stabilito il primato italiano. Dopo le tre vittorie in Diamond League, è mancata la ciliegina sulla torta di una stagione che l'ha vista anche saltare fino al 6.95 del meeting di un mese fa a Montecarlo. Ieri, invece, si è fermata a 6,82, ottenuto all'ultimo salto ma dopo aver faticato a registrare la rincorsa durante tutta la gara. «Ho sbagliato, errare è umano ma quando c'è l'appuntamento che aspetti da tutto l'anno vorresti fare tutto perfetto».

Larissa prova a dare una spiegazione del perché non è riuscita a rendere al meglio. «Ho voluto anche un po' strafare, l'adrenalina la senti, è una finale e vuoi giocarti tutto e volevo dare tutto e ho sbagliato. Forse è stata anche la poca esperienza. Mi dispiace tanto».

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