"Cinque cerchi, due errori: la Senna e la cerimonia"

Il ministro dello Sport: "Non rispettata l'idea della centralità di atlete e atleti. E poi quelle gare nel fiume..."

"Cinque cerchi, due errori: la Senna e la cerimonia"
00:00 00:00

Andrea Abodi, 64 anni, una vita nello sport, gli ultimi due anni da ministro.

È la sua prima Olimpiade da ministro per lo sport e i giovani. L'Italia si è confermata tra le 10 maggiori potenze sportive del mondo. Soddisfatto?

«Soddisfatto non solo per il risultato in termini di medaglie conquistate e di buoni piazzamenti a partire da un'infinità di quarti posti, ma anche e soprattutto per il comportamento e le dichiarazioni dei nostri atleti, comunque vada. Le Olimpiadi sono questo. Bisogna affermare non solo la supremazia nelle gare, ma la supremazia dei valori. Noi l'abbiamo fatto».

La nostra squadra della pallanuoto, però, per polemica contro gli arbitri, ha dato le spalle alla giuria e all'inno nazionale prima di scendere in acqua con la Spagna. Che impressione ha avuto?

«La protesta di un'intera squadra, che è stata nei limiti del rispetto, di fronte a una scelta arbitrale che non posso considerare semplicemente un errore. Una reazione della quale va compreso il significato. Lei pensi ai sacrifici che hanno fatto per tre anni questi ragazzi. Li hanno visti sfumare per un errore - diciamo per un errore - che non era loro...».

È andato quasi tutto bene però è mancata una medaglia importante, rispetto a Tokyo: i 100 di Jacobs.

«Le medaglie d'oro di Tokyo sui cento piani e la medaglia d'oro della 4x100 sono state frutto di eccezionale talento e di circostanze molto particolari. Certo Marcell Jacobs era l'uomo più veloce del mondo. Ora la situazione è cambiata. Marcell è tornato al suo miglior livello, formidabile, ma ci sono stati atleti più competitivi di lui. La finale sui cento è stata una cosa pazzesca, sono arrivati in linea otto atleti su otto e sette di loro hanno corso in meno di 9 e 90. Non si era mai vista una cosa così. Se qualcuno, cinque o sei anni fa, ci avesse detto che l'Italia sarebbe entrata nell'eccellenza della velocità lo avremmo preso per matto. Oggi siamo nell'eccellenza della velocità».

Dal punto di vista organizzativo la Francia non ha certo brillato.

«Faccio due considerazioni. La prima: le Olimpiadi sono il momento nel quale il mondo intero si trova radunato in uno stesso luogo per un confronto competitivo che non è un conflitto. È una situazione eccezionale, una grande patrimonio culturale e umano che va preservato e difeso. Al di là dei possibili errori organizzativi. Organizzare un'Olimpiade è una cosa molto complessa. Dopodiché prendiamo atto del fatto che Parigi si è trasformata in una meravigliosa sede di gare. Resterà questo nel ricordo di milioni di donne e uomini».

Qualche difetto, direi, nella cerimonia iniziale...

«Gli elementi cardine non sono stati rispettati. Vero. L'Olimpiade è un momento universale e nella cerimonia iniziale questa idea della universalità dello sport, della centralità di atlete e atleti, della comunione del mondo e della straordinarietà non è stata rispettata. Neanche dal punto di vista culturale e valoriale. Questa critica è giusta e la condivido».

La Senna inquinata. Non c'era un altro modo per fare le gare di fondo del nuoto?

«Capisco la suggestione, anche letteraria, di portare un fiume come la Senna dentro le competizioni sportive. Però è chiaro che un fiume che attraversa una città come Parigi non era adatto a ospitare le gare di nuoto di fondo. Gli atleti sono stati costretti ad accettare, e lo hanno fatto superando molte difficoltà».

Spagna oro nel calcio. Noi non c'eravamo. Cosa succede al nostro calcio?

«Da 16 anni la Under 21 non riesce a qualificarsi per le Olimpiadi. L'ultima presenza a Pechino 2008. Eppure nelle categorie più giovani vinciamo. Più sale l'età più cala il nostro rendimento, la nostra competitività. È chiaro che dobbiamo rivedere qualcosa».

Boxe femminile. Alla fine, tra le polemiche, l'algerina ha vinto l'oro. Cosa rimane di questa vicenda?

«Non deve succedere più quello che è accaduto. Servono regole chiare e giuste, scritte su base scientifica, che permettano di controllare e determinare con precisione la natura cromosomica degli atleti e il loro livello di testosterone. E impediscano danni alla salute, all'incolumità di atlete e atleti, garantendo anche l'equa competizione».

Lei è anche ministro della gioventù. Cosa fa per migliorare l'educazione sportiva nelle scuole?

«Partiamo da una situazione difficilissima. Il 55 per cento delle nostre scuole non ha una palestra. Molto più del 55 per cento al Sud. Nelle prime tre classi delle elementari non si fa educazione motoria con docenti specializzati. Nelle altre classi, di ogni ordine e grado, l'educazione fisica si fa solo due ore a settimana... Ce ne sono di cose da fare. Con il collega Valditara abbiamo iniziato fin da subito un grande lavoro di squadra che porterà risultati socialmente utili».

Mi dica una iniziativa.

«Per esempio, dal prossimo anno scolastico riprenderanno vita, dopo quasi dieci anni, i giochi della gioventù, che saranno molto di più di un evento sportivo scolastico».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica