La Colombia non esiste. È solo un preambolo di Brasile-Argentina

A Rio la finale è già predestinata: il resto non conta Rodriguez ignorato, gli imprevisti non sono... previsti

James Rodriguez, il colombiano capocannoniere del Mondiale
James Rodriguez, il colombiano capocannoniere del Mondiale

nostro inviato a Rio de Janeiro

Poi ci sono gli altri. Quelli che non sono Brasile e Argentina. Quindi Colombia, Belgio, Olanda, Costarica, Francia, Germania. Potenziali vincitori all'insaputa del mondo. Perché questo Mondiale li vive come i possibili vincitori all'insaputa del pianeta. C'è una sensazione che cresce col passare dei giorni, qui a Rio: che per tutti questo film si debba chiudere con la finale Brasile-Argentina. Con Neymar che sfida Messi. Gli altri sono comparse in un copione che non ammette deroghe. Qui non conta che la storia dei Mondiali ha raccontato spesso che non funziona così. Qui non serve ricordare che questa coppa ha già spiegato che non esistono certezze. Qui c'è un Paese che aspetta di invitare al Maracanà i suoi nemici e ci sono i nemici che aspettano di entrare al Maracanà e di uscirne come gli uruguaiani nel '50. Il 13 luglio, come un appuntamento già fissato. Devi esserci e ci sarai.

La Colombia pare un dettaglio. Ieri O Globo ha declinato l'intero cammino della squadra di Peckerman fin qui attraverso le parole e le giocate di Cuadrado: “Il più brasiliano dei colombiani”, hanno scritto. Non esiste James Rodriguez, finora considerato il miglior giocatore del Mondiale e scomparso alla vigilia della partita. È una forma di rimozione a priori: non ne parlo così non esiste. Oggi in tutte le città brasiliane i negozi chiudono alle tre del pomeriggio, in una specie di giorno di ferie collettivo causa partita. Te lo dicono in ogni lingua, te lo ricordano se esci da un qualunque negozio. Una forma di autocelebrazione della brasilianitudine che esclude concorrenza. Eppure in Colombia hanno fatto di più: oggi a Bogotà, Medellin, Calì e ovunque sarà giorno semi-festivo. Ogni attività, a parte bar e ristoranti, chiuderà alle 13 per permettere a chi vorrà di poter assistere in tv alla partita, in programma dalle 17 ora di Brasilia. L'ha deciso il presidente Juan Manuel Santos. L'ha scritto in un decreto che è entrato in vigore ieri. A partire dall'ora di pranzo continueranno a funzionare solo i servizi essenziali, come pubblica sicurezza e salute. Lo stesso Santos sarà a Fortaleza, per assistere dal vivo al match, a differenza della Presidente del Brasile Dilma Rousseff, che seguirà la partita in televisione.

La Colombia scompare in Brasile. Deve scomparire. Vale per tutto e per tutti. Vale per il Belgio che sparisce di fronte all'Argentina pur arrivando allo scontro diretto dei quarti di finale meglio della squadra di Sabella. Il paradosso è che aveva avuto più attesa la partita contro l'Iran di questa contro i belgi. Perché a questo punto è un ostacolo al disegno di una finale Brasile-Argentina. Tutto ciò che rischia di minare questa certezza che cresce di giorno in giorno è da rimuovere. È un orgoglio sudamericano che cancella però anche il Sudamerica e che a maggior ragione snobba l'Europa. Francia-Germania è secondaria: si gioca mentre il Brasile si prepara alla partita contro la Colombia e poi è, appunto, qualcos'altro.
Ciò che non riguarda Brasile e Argentina è secondario, è in lista d'attesa. L'Olanda che rivendica attenzione è ancora ai margini: ha scelto l'albergo più centrale di Rio, sulla spiaggia di Ipanema. Ci sono sei troupe televisive, 27 tifosi, due auto della polizia. Il quarto contro la Costa Rica è la partita meno sentita di tutte. Ieri Robben e Sneijder hanno parlato, hanno chiesto al mondo di fare attenzione all'Olanda, perché sì può farcela. Ecco: semplicemente al momento per il Brasile come Paese, per il Brasile come Mondiale l'Olanda sembra non esistere. Comincerà a esserci se vincerà contro la Costa Rica, per poi essere snobbata l'attimo dopo.

Perché se vince prende l'Argentina – dando per scontato che l'Argentina vinca, come qui fanno in molti, praticamente tutti – e quindi diventerà un ostacolo al disegno di Brasile-Argentina. Che non prevede alternative, non ora, non alla vigilia dei quarti. Per rivalità e per interesse: se esce una delle due è un disastro per i conti del Mondiale, per i conti del Brasile.

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