Conte fa l'Italia in attacco con il gioco delle coppie

Provati per la prima volta Pellè-Zaza, ma Eder resta favorito sul bianconero: "Qui per merito"

Conte fa l'Italia in attacco con il gioco delle coppie

nostro inviato a Montpellier

Il tocco romantico in un ritiro blindato e faticoso, fatto di lavoro sul campo e davanti al video (ieri seduta per studiare gli accorgimenti tattici per il Belgio), lo danno Alessandro Florenzi e il ct azzurro Conte. Il primo è tornato nella truppa da neopapà di Penelope, nata ieri mattina; il secondo, immerso anima e corpo nella preparazione dell'esordio col Belgio (arbitrerà l'inglese Clattenburg), invia un messaggio d'amore via Facebook alla moglie Elisabetta per l'anniversario di matrimonio.

C'è poco di romantico, invece, nel gioco delle coppie nell'attacco azzurro, il tormentone dell'avvicinamento al nostro kick-off in Francia. Sarà anche per lo spessore dei nomi, non certo altisonanti come quelli dei reparti offensivi del passato più recente (senza andare a rispolverare i Paolo Rossi, i Vialli o gli Schillaci). Da una parte Pellè-Eder, il duo nato il 31 marzo 2015 contro l'Inghilterra a Torino (23 presenze e 7 reti in due con la maglia dell'Italia), dall'altra Zaza-Immobile, nata agli albori dell'avventura da ct di Conte nel settembre 2014 (20 presenze e 2 reti azzurre) ma poi abbandonata strada facendo fino all'ultimo test italiano prima della trasferta in Francia. Nel mezzo Insigne, convocato fra i 23 a furor di popolo e grazie a un campionato super, ma poco adatto alla filosofia tattica dell'allenatore della Nazionale (con Conte appena tre presenze, una da titolare, e un gol). Finora non si è uscito da questo canovaccio, anche se ieri il ct, nell'allenamento strablindato, ha provato per la prima volta Pellè e Zaza insieme. Un indizio che al momento non cambia le carte in tavola.

Altri tempi rispetto ai ballottaggi tra pezzi da novanta come potevano essere Baggio e Del Piero, ma questo è il meglio - almeno secondo Conte - che offre la piazza. Della sua lista europea il ct resta convinto, ribadendo che su queste scelte non c'è niente da chiarire. Immobile e Insigne erano nei 23 anche nella disgraziata avventura in Brasile di due anni fa, ma il granata ci arrivò da capocannoniere stanco mentre il napoletano era solo un comprimario. Entrambi, comparsi insieme ad Eder a Casa Azzurri, hanno confessato di aver avuto paura di restare fuori all'ultimo dal gruppo dei 23.

Conte non scoprirà le carte fino alla sfida di lunedì, ma nella sua testa Pellè ed Eder sembrano essere ancora in vantaggio. Ed è lo stesso oriundo a difendere la sua candidatura, lui che secondo molti rischiava il taglio per il calo evidente dopo il passaggio nel mercato di gennaio dalla Samp all'Inter. A Genova la squadra giocava per lui, a Milano è andata diversamente e ci si è messo di mezzo anche un infortunio. «Se sono qui è per quello che ho fatto in 4 anni e non certo negli ultimi quattro mesi all'Inter - sottolinea con forza l'italo-brasiliano -. Ho la fiducia del mister (per altro rinnovata da Conte all'arrivo a Montpellier, ndr) e devo dimostrare solo a lui qualcosa. E poi non dimenticate che ho dato il mio contributo alla qualificazione».

Corretto: suo uno dei tre gol all'Azerbaigian a Baku, la partita che è valsa il pass europeo. Poi un'altra rete a Sofia nel suo debutto azzurro con la Bulgaria il 28 marzo 2015. Poco conta che nel periodo interista ha timbrato la porta solo una volta dopo i 13 centri con la Samp nella prima parte del campionato. «È da un anno e mezzo che Conte mi chiama in Nazionale - ha detto ancora l'attaccante nerazzurro -, ho sofferto allo stage è vero, ho avuto problemi all'adduttore prima della Finlandia e sono tornato a fare allenamento (dopo un lavoro differenziato approntato per fargli recuperare la condizione, ndr) solo domenica. Ora siamo tutti alla pari, anche fisicamente». In azzurro finora ha giocato con Pellè («ma posso adattarmi con tutti gli altri attaccanti»): la coppia è stata titolare sei volte nelle ultime dodici partite azzurre.

La speranza è che l'Italia ritrovi il nuovo Paolo Rossi o Schillaci, anche se nessuno delle punte ama guardare al passato.

Conta il gruppo, ripete il ct. «La cosa importante è creare più situazioni da gol possibili e magari dovremo avere anche un pizzico di fortuna», ha ribadito però Conte mercoledì. Aspetta di essere stupito favorevolmente anche lui.

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