Conte si gode la vetta, più forte della paura di un disimpegno cinese

Il merito dell'allenatore è aver compattato il gruppo. Nonostante le voci su Suning...

Conte si gode la vetta, più forte della paura di un disimpegno cinese

Ci sono numeri che traducono i fatti: nelle ultime 7 partite, l'Inter ha subito un solo gol, vincendo 6 volte su 7 per 19 punti su 21. Sette più del Milan, 6 più della Juventus, 4 più della Lazio, nel frattempo sconfitte nello scontro diretto. Una macchina da scudetto, che col sovrapporsi delle partite ha saputo sommare all'attacco migliore (60 gol: 2,5 a partita) la tradizionale solidità difensiva, smarrita nella fase ascendente della stagione. Una fuoriserie con un pilota che male si adatta ai circuiti europei, ma che in quelli nazionali sembra non avere rivali: quello di maggio potrebbe essere per Antonio Conte il quinto titolo su 7 campionati.

E anche se la beatificazione può attendere, i meriti del tecnico nel primato dell'Inter sono innegabili. La mentalità e le idee, lo spirito e le tattiche sono questioni opinabili, ma ci sono meriti inequivocabilmente suoi e solo suoi, come aver voluto a tutti i costi Lukaku, fino al Manchester considerato un buon centravanti, certo non il giocatore diventato oggi. E due estati fa, Conte arrivò allo scontro pubblico con la società, per forzarne l'acquisto. Ci fu anche chi pensò a sovrastima e soprattutto a sovrapprezzo (74 milioni). L'attualità dice cose diverse e in questo caso non bastano i numeri (58 gol in 82 partite con l'Inter) per tradurre la centralità del belga nel progetto nerazzurro. L'esperienza di Conte (ma qui è giusto sommare anche quella di Marotta) si sta rivelando decisiva anche nel proteggere il gruppo squadra dalla crisi economica che ha travolto la proprietà. Perché è vero che la pandemia ha colpito tutti, ma l'Inter di più. I giocatori sono stati a lungo senza stipendio. Il Conte zen che abbiamo ritrovato all'inizio di questo campionato, è la base su cui ha cementato il rapporto con la squadra. Gli eventi hanno spiegato il cambiamento.

A Nanchino, la bufera non è ancora passata, nonostante le rassicurazioni di Zhang e soprattutto gli aiuti di Stato, quasi 2 miliardi di euro immessi nel gruppo Suning, attraverso due società statali. La famiglia Zhang resta azionista di maggioranza, ma è scesa al 21,84%. Nel frattempo, chiuso definitivamente lo Jiangsu, con buona pace di chi ci giocava e lavorava. Per tutti, le parole dell'ex nerazzurro Eder: «Suning ci ha mancato di rispetto».

L'Inter rimane in vendita, tra rassicurazioni e smentite, ma grazie allo Stato la proprietà dovrebbe aver trovato l'ossigeno per le scadenze di marzo, non derogabili.

Tronchetti Provera, con Pirelli sponsor dell'Inter dal 1995, conferma il cambio. «Non saremo più sulla maglia, ma continuerà il rapporto col club». Zhang jr sta invece sempre cercando come e con chi sostituirlo, ma questo è un altro discorso.

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