Conte vuol ripetere Glasgow contro la Roma piena di guai

Conte vuol ripetere Glasgow contro la Roma piena di guai

È di nuovo la Rometta contro la Signora. Nessuno si offenda, sono i numeri che lo dicono: Juventus davanti a tutti con 55 punti (50 gol fatti e 16 subiti), giallorossi 21 lunghezze più indietro (50 segnati, 45 presi), addirittura noni con davanti a sé anche Catania e Udinese. Finisse oggi il campionato, Totti e compagni non parteciperebbero nemmeno all'Europa League e sarebbe il secondo fallimento totale consecutivo. Si cerca di salvare il salvabile, allora. Magari battendo la Nemica per eccellenza: «La sfida non è impari come dicono i numeri - ha provato a rilanciare Andreazzoli, erede di Zeman -. I valori delle due squadre non rispecchiano la classifica: affrontare la Juve adesso rappresenta un'occasione irripetibile che non falliremo, almeno sotto il profilo della competitività. È la partita ideale». Magari intorno alle 23 odierne la penserà diversamente, però il tecnico giallorosso questo doveva dire e questo ha detto. Difendendo anche Osvaldo, reo di avere rubato il rigore a Totti contro la Sampdoria, e spiegando che «non è certo una bella cartolina per Roma tirare uova verso la macchina dei calciatori. Se io fossi un giocatore, andrei da un'altra parte».
A Torino, ovviamente, tira tutta un'altra aria. Conte ha addirittura imparato a vestire l'abito del diplomatico («faccio i miei auguri a Zeman e soprattutto a Milito. E mi spiace per il ko del Napoli in Europa»), abbassando i toni anche quando argomenta in modo polemico («sarà la terza partita in sette giorni: avrei preferito giocare come minimo domenica sera») e godendo di una squadra che sta forse andando oltre le sue stesse aspettative: «Il modo in cui ci siamo comportati a Glasgow mi ha sorpreso. Altre Juventus, negli anni in cui giocavo io, hanno preso imbarcate memorabili in serate tipo quella scozzese (il Celtic intanto ha chiesto chiarimenti all'Uefa sull'arbitraggio di Undiano Mallenco). I ragazzi sono stati bravissimi, davvero». Sempre sul pezzo, senza farsi travolgere mai. Con il risultato che, oltre all'Italia, la Signora strizza l'occhio anche all'Europa: «Ho seguito Real-Manchester e Shakhtar-Borussia ed è stato bello vedere certe partite con gli occhi di un allenatore che partecipa alla Champions. Siamo orgogliosi, ma vogliamo essere anche protagonisti: la Juve è un'outsider che può dare fastidio». Non è ancora né potrà mai essere il “vinceremo” del tifoso medio, ma è già una bella apertura verso l'ottimismo. Cui segue una strizzatina d'occhio nei confronti di chi, fuori dai confini nazionali, sta prendendo coscienza della rinnovata forza della Juve magari sperando che lo stesso Conte possa un giorno sedersi su qualche rinomata panchina spagnola o inglese: «Io sono l'allenatore della Juve. Gli apprezzamenti fanno piacere e devono far piacere anche alla società: significa che ha fatto la scelta».
Se ne riparlerà tra almeno due-tre anni. Nel frattempo, Roma-Juve. Cercando di evitare il replay del ko a San Siro contro il Milan, arrivato dopo avere battuto il Chelsea e quindi dopo un'impresa simil-Glasgow: la Juve non perde comunque all'Olimpico giallorosso dal 2004 (4-0) e ridurrà al minimo il turnover.

Rientrerà Asamoah, reduce dalla coppa d'Africa, e al posto dello squalificato Marchisio ci sarà Pogba: in attacco, Vucinic andrà a caccia del suo terzo gol di fila - evento mai verificatosi in bianconero - e Matri cercherà di perpetuare lo stato di grazia che lo ha portato a segnare sei gol nelle ultime otto presenze.

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