A Parma saltano i vertici della Finanza

Comandante e vice avrebbero ritardato l'inchiesta sul crac. Manenti: "Il club non è del sindaco. Semmai lo vendo io"

Giampiero Manenti, presidente del Parma
Giampiero Manenti, presidente del Parma

Parma - «Cerco un centro di gravità, per… Manenti". La canzone di Franco Battiato fa davvero al caso del presidente crociato. Dalle 15 di ieri il presidente è tornato nuovamente al centro dell'attenzione presentandosi negli uffici di Collecchio per tre ore, con il commercialista Andrea Galimberti, mentre il Parma si allenava a buon ritmo. A un tratto Lucarelli urla «Giampietro, Giampietro, esci». Mai sentito un capitano irridere così il proprio presidente. Che tramite il sito della società fa sapere: «Se qualcuno è interessato ad acquistare il Parma, può rivolgersi a me o ai professionisti che lavorano per me. Il sindaco Pizzarotti non è il proprietario».

Insomma, il presidente è lui e vuole guadagnarci qualcosa, per lasciarlo. Oppure restare con qualche incarico, sempre che prima non fallisca. Il Comune era già andato incontro all'ex Ghirardi, dal 2011 evitava di fargli pagare l'affitto del Tardini, le imposte di pubblicità e i pullman della Tep, la municipalizzata. «Per un totale di un milione e 400mila euro - spiega l'assessore Ferretti -. Ora valutiamo azioni penali per il compartamento del club negli ultimi mesi».

Intanto cadono le prime teste, non sportive, per il crac del Parma: sono stati rimossi i vertici provinciali della Guardia di Finanza, il colonnello Petrucelli e il suo vice, nonchè capo della polizia tributaria, Albanese, entrambi sotto inchiesta per omissione di atti d'ufficio, per avere ritardato la partenza dell'inchiesta. Insomma, altri dettori della città risultano coinvolti in questa storia che ha dell'incredibile.

Pizzarotti intanto lavora per riaprire lo stadio di Parma, poichè la squadra rifiuterebbe di giocare al Garilli, offerto dal sindaco di Piacenza Dosi. Del resto aveva già detto no alle porte chiuse con l'Udinese. Il primo cittadino ducale ha incontrato Lucarelli, il vice Gobbi, Cassani e il presidente dell'Aic Tommasi, che aveva confessato un timore diffuso: «Non è così sicuro che vengano recuperate le gare del Parma con Udinese e Genoa». «Con l'Atalanta - spiega il sindaco -, si gioca al 50%». «Dipende da cosa esce dall'assemblea di Lega di venerdì», confermano i calciatori.

Mentre l'imprenditore romano

Nuccilli rinuncia all'acquisto ("Troppe tensioni attorno al club"), un gruppo americano incontrerà presto il sindaco, puntando al fallimento pilotato: "Pagheremmo tutti gli stipendi", fa sapere tramite l'emissario italiano.

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