Venti anni dopo Milano torna al centro d'Europa. Una semifinale di Champions League tra Milan e Inter, tra il 9 e il 16 maggio, rimetterà la città sul palcoscenico più importante del calcio continentale. Nel 2003 il commissario straordinario Bertolaso «minacciava» la quarantena per l'epidemia Sars, scenario purtroppo solo rinviato. Il Presidente del consiglio era Silvio Berlusconi, mentre un giovane consigliere comunale di nome Matteo Salvini avrebbe «inventato» un'interpellanza sfottò il giorno dopo la semifinale di ritorno. È una storia che si ripete nella stagione frullatore del mondiale invernale che ha fatto impazzire i pronostici.
Allora come oggi Inter e Milan meritatamente si ritrovano in semifinale, con valori diversi e magari sorprese loro stesse di essere andate oltre i propri limiti, anche se Barella versione Matthaeus e Leao stile Gullit fanno brillare la Madonnina. Due squadre che per uno scherzo del destino se la Juventus dovesse riavere tutti o buona parte dei 15 punti potrebbero ritrovarsi fuori dalla zona Champions in campionato in queste ore. Conseguenza del fatto che inconsciamente, fino a un certo punto, hanno sognato davvero di fare strada fuori dai confini, sacrificando qualche partita di troppo in serie A.
Un rischio che potrebbe costare caro soprattutto se fosse figlio della presunzione di avere una superiorità intrinseca rispetto alla concorrenza nazionale. Anche perché adesso inizia una partita che durerà «una settimana» come sentenziò Carlo Ancelotti venti anni fa. In questo mese le energie scorreranno a fiumi per arrivare all'ultimo atto di Istanbul. Il Milan ci vuole tornare per saldare un conto in sospeso con la storia, l'Inter ci vuole andare per chiudere una ferita «cittadina» aperta da venti anni. Ad aspettarli una tra Manchester City e Real Madrid, ovvero la corazzata di Pep Guardiola o la collezionista di coppe di Carletto.
Venti anni fa c'era la Juventus, battuta dal Milan e poi spazzata via da Calciopoli.
Qualcosa di simile si sta ripetendo. Corsi e ricorsi storici. La Milano nerazzurra sogna un finale diverso, quella rossonera ovviamente no. Un derby Champions che nobilita Milano, ma anche il calcio italiano che dopo sei anni torna all'ultimo atto.
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