CR7, i 40 anni di un finto modesto: "Sono io il più forte di tutti i tempi"

Cinque club, 5 Champions, 923 gol, 23 l'anno (meglio di Pelé). Non ha vinto mondiali ma un incredibile Europeo

CR7, i 40 anni di un finto modesto: "Sono io il più forte di tutti i tempi"
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Quarant'anni e 923 gol, ventitrè all'anno se avesse cominciato dai tempi del biberon. Qualcuno gliene assegna addirittura 941, sommando anche quelli delle nazionali giovanili. Lui si accontenta di quelli insaccati tra il Portogallo e i suoi 5 club per avere una certezza: «Sono il più forte di tutti tempi». L'ego di Cristiano Ronaldo era smisurato a vent'anni, figuriamoci al doppio dell'età, quando i quarantenni di tutto il mondo si lisciano la pancetta, mentre lui è sempre lì statuario, come la sua copia bronzea sul lungomare di Funchal. E soprattutto continua a giocare e a segnare, seppure a latitudini meno impegnative, per inseguire i suoi record strabilianti con la maglia dell'Al Nassr di Stefano Pioli, ma ormai lontano dalla grande ribalta.

Dal punto di vista statistico non gli si può certo dar torto: 923 reti non le ha mai segnate nessuno nella storia del calcio, perché lo stesso Pelè, per coltivare la leggenda del millesimo gol, ha dovuto mettere insieme anche tutti quelli delle amichevoli e magari persino degli allenamenti.

Dati ufficiali alla mano, CR7 si mette alle spalle tutti: da Messi (850), l'unico che lo sta ancora inseguendo, a O Rei (762), a Romario (756), a Puskas (725). Robert Lewandowski, che ha già 36 anni, è solo a 661, quasi trecento in meno, che gli valgono comunque il 7° posto all time.

«Se non arrivo a 1000 non importa ammette il re del Portogallo -, perché i numeri dicono già che sono il più grande di tutti i tempi. Potete preferire, Pelè, Maradona o Messi, lo capisco e lo rispetto, ma nessuno può dire che io non sia il calciatore più completo di sempre. Segno di destro, di sinistro, di testa, faccio il centravanti anche se sono un'ala». Già, come dargli torto? Di certo è tra i dieci monumenti della storia del calcio, forse anche tra i cinque. Esaltato anche dal dualismo con Lionel Messi che, non nega, l'ha aiutato molto: Era una rivalità sana, andavamo d'accordo. E mi piaceva più segnare al Camp Nou che al Bernabeu, perché là mi fischiavano appena entravo in campo, mi insultavano, e per me è la parte migliore del calcio.

Non ha vinto il Mondiale, è vero, ma CR7 non giocava nell'Argentina Però ha trascinato il Portogallo a vincere un incredibile europeo, persino stando a bordo campo infortunato per quasi tutta la finale con la Francia.

Con quel trionfo ha fatto ombra a una leggenda come Eusebio, così come, con quel nome, ha costretto un gigante come Ronaldo ad essere sempre accompagnato dall'appellativo di Fenomeno. Ha vinto 5 Champions facendo grande lo United e il Real e ha fatto sognare la Juve. Peccato che in Italia non abbia completato la missione per cui era arrivato.

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