La spensieratezza di chi vive senza pressioni, l'entusiasmo inatteso di una squadra che si è scoperta forte, partita dopo partita. Un mondiale cominciato a fari spenti, che ha già riempito di passione un'intera nazione, sulle note di «it's coming home». Una nuova consapevolezza, finalmente libera dalle paure del passato, è l'arma in più della giovane Inghilterra. Questo il principale merito ascrivibile a Southgate. Che ha trovato in Harry Kane (nella foto) non solo il goleador (già sei gol mondiali) ma anche il leader, il simbolo di un gruppo giovane, ambizioso e sfrontato. Che lavora tantissimo in allenamento sui calci piazzati (otto gol su 11 da palle inattive). E che ha scoperto in Pickford un portiere inaspettatamente affidabile. Un rendimento ben al di sopra delle attese. Southgate è passato dalla tradizionale difesa a quattro alla linea a tre, ma Stones, più di Maguire, si sta rivelando inadatto, troppo lento e distratto.
Delle ultime quattro nazionali rimaste, tolta la Francia (9), gli inglesi sono quelli che hanno segnato di meno fin qui, 11 gol. Assolto, per ovvie ragioni, Kane, non ancora pervenuti gli altri attaccanti, con la giovane stellina del City Sterling puntualmente tra i peggiori, mentre Rashford è ormai confinato al ruolo di comprimario.
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