Domani a San Siro non brilla solo Inter-Juventus

È la domenica di Inter-Juventus, ma anche del Gran Premio del Jockey Club che nel pomeriggio di domani anticiperà il derby d'Italia sulla pista grande di San Siro. La corsa, aperta ai cavalli dai 3 anni e oltre, è il cuore pulsante d'uno straordinario programma, ricco di nove appuntamenti fra cui la Gran Corsa Siepi di Milano e l'atteso Gran Criterium, dedicato ai due anni. Da favola il montepremi di 833 mila euro. Quanto basta per avere un pubblico d'eccezione e riportare Milano ai fasti d'un tempo neanche troppo lontano.

Il Jockey Club ha fatto la storia del galoppo con imprese romanzesche. Come dimenticare, per esempio, il successo di Ribot, reduce dal trionfo nell'Arc de Triomphe, con quindici anni luce di vantaggio su Norman, il vincitore delle due precedenti edizioni? O le affermazioni di Tenerani e Molvedo che di Ribot erano padre e figlio? O la cavalcata di Tony Bin? In quegli anni l'ippodromo di San Siro rappresentava la Scala dello sport milanese, prima ancora e più ancora del calcio, con le tribune e il terreno antistante la pista colmi di popolo entusiasta: c'era la borghesia illustre, infiocchettata a dovere, ma c'erano anche operai, impiegati, studenti. Mai come in quel periodo del boom economico si annullavano le differenze socio-economiche della metropoli che tutti accettava, «purché lavorassero», come amava dire e scrivere Mario Missiroli, direttore del Corriere della Sera.

Il giorno che Ribot si affermò nel Jockey Club, il 22 ottobre 1955, la pista era così allentata che con fatica restituiva energia agli zoccoli. Ma quello splendido quadrupede, allenato da Federico Tesio e montato da Enrico Camici, sembrava infischiarsene del fango mentre volava verso il traguardo. Chissà che domani non si ripeta la scena con Dylan Mouth, atteso al bis dopo il successo strepitoso della scorsa edizione. Ci riuscisse, il 4 anni del signor Villa non solo resterebbe imbattuto in Italia, ma eguaglierebbe il primato di tre cavalli, gli unici ad aver concesso il bis in 92 anni: Erba nel '28 e '29, Norman nel '53 e '54, Schiaparelli nel 2007 e 2009. Di qui l'attesa per un evento unico.

Dunque, ci sono tutti gli ingredienti necessari per fare di questa corsa uno spot incredibile a un ambiente tradito dall'incompetenza e dal settarismo di tanti, addetti ai lavori e non.

La ripresa è evidente: basta continuare su questa trama. Lo testimonia anche lo sforzo della produzione televisiva che trasmetterà il Jockey Club, e non solo, in alta definizione con 17 postazioni di ripresa sui canali 219 e 220 di Sky oltre che su Unire Tv.

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