E per Mancini caccia disperata ai convocabili

I calciatori dei vivai hanno giocato solo il 5 per cento dei minuti in campionato

E per Mancini caccia disperata ai convocabili

Mentre il nostro calcio non se la passa bene, tra una riforma dei campionati ancora rinviata, i guai giudiziari della Juve e quelli dei vertici arbitrali, l'operazione America 2026 della Nazionale è già iniziata. Smaltita (forse) la rabbia di un secondo Mondiale di fila vissuto da telespettatori, l'Italia di Roberto Mancini si è già rimessa in moto. La mancata partecipazione alla rassegna in Qatar non ci ha fatto precipitare nel ranking Fifa, come sarebbe stato plausibile: prima di Natale la classifica aggiornata ci farà scendere dal sesto all'ottavo posto, superati solo da Olanda e Croazia.

Il nuovo quadriennio partirà ufficialmente con le qualificazioni al prossimo Europeo che si svolgerà fra 18 mesi in Germania (per gli azzurri subito la sfida all'Inghilterra a Napoli). Intanto il ct lavorerà fino a domani a Coverciano per uno stage con 66 giocatori giovani di interesse nazionale tra serie A, B ed estero (l'ultimo arrivato è Ibrahima Kader Bamba, classe 2002, che gioca nel Vitoria Guimaraes in Portogallo e che era già stato visionato in un altro raduno). Mancini va a caccia di qualche nome nuovo da inserire in un gruppo che avrà come pilastro ancora una decina di calciatori vincitori dell'Europeo un anno e mezzo fa, da Donnarumma a Chiesa passando per Barella, Zaniolo, Tonali e Raspadori.

Sullo sfondo i soliti numeri impietosi su un serbatoio sempre più scarso da cui attingere: i 220 calciatori italiani (su 583 totali) in serie A, appena il 5,2 per cento, come ha certificato il Cies (Centro internazionale di studi sportivi) sono i minuti giocati nel nostro massimo campionato dai calciatori cresciuti nei vivai con cinque squadre che non hanno regalato loro nemmeno un secondo. Nelle altre Top leghe europee la percentuale supera abbondantemente il 10 per cento con la Bundesliga arrivata al 16,2. 44 i Millennial, ovvero i nati dal 2000 in poi, utilizzati - con il contagocce - nelle prime 15 giornate del torneo, ma solo 17 sono italiani.

Il ricambio sarà sempre più complicato ed è per questo che Mancini tiene gli occhi aperti anche sui tornei esteri (Grifo e Gnonto gli ultimi «acquisti» in ordine di tempo). La ripartenza vedrà, oltre a qualche innesto fresco per età, anche dei cambi tattici. Già sperimentati nelle ultime apparizioni prima del mese di «purgatorio».

Fra un mese circa, il 25 gennaio, conosceremo invece il nostro percorso nella Final Four di Nations League (a giugno in Olanda con i padroni di casa, la Croazia terza al Mondiale e la Spagna uscita malamente agli ottavi). «Sono rimasto perchè voglio prendermi una rivincita, andare al prossimo campionato del mondo e magari vincerlo», così Mancini. Nemmeno un Mondiale mancato gli ha tolto l'ottimismo...

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