La F1 "vota" il salary cap. Via di fuga per Lewis & soci

Pronti i tagli, ma i piloti potrebbero rientrare con l'aumento delle percentuali sul merchandising

La F1 "vota" il salary cap. Via di fuga per Lewis & soci

L'unico a non aver ancora capito che il mondo sta cambiando sembra essere Mino Raiola che per i suoi protetti continua a chiedere ingaggi stellari. Ne sa qualcosa il Milan che è alle prese con il rinnovo del contratto di Gigio Donnarumma. Il mondo è chiuso per pandemia? E chi se ne frega. Mister Raiola continua ad alzare le sue pretese. Come se 8 milioni di euro all'anno non bastassero a sfamare figli, nipoti e pronipoti del portierone rossonero. Che il fattore umano cominci a costare un po' troppo se ne è accorta anche la Formula 1 che dallo scorso anno ha aperto le discussioni sul Salary Cap. Una filosofia molto americana, già sposata dalle maggiori leghe a stelle e strisce. Una filosofia che Liberty Media ha già introdotto con il Budget Cap portato a 145 milioni di dollari a stagione. Un limite che ha influito sulle spese di tre, quattro team al massimo perché gli altri certe cifre se le sognano.

Il prossimo obbiettivo è l'ingaggio dei piloti. Si vuole limitarlo a 30 milioni di dollari a stagione per coppia, escludendo bonus, premi e proventi derivanti dai diritti d'immagine. Lewis Hamilton che da solo guadagna più di 40 milioni di dollari, ha già storto il naso: «In Formula 1 siamo noi piloti le stelle che danno valore aggiunto: non vedo perché i giovani campioni che arriveranno dovrebbero essere condizionati da una misura così». Anche Leclerc, recentemente a motorport.com ha detto: «Preferisco parlarne con la Fia e non in pubblico. Ma ci tengo a ricordare i rischi che prendiamo noi che siamo in pista». Lui incassa una dozzina di milioni a stagione che con i bonus possono arrivare a sfiorare i 20, in più ha già una serie di sponsor personali (vedi Armani o Richard Mille) che lo pagano profumatamente.

Proprio gli sponsor personali che Liberty Media non può certo limitare potrebbero zuccherare la pillola del Salary Cap. I piloti in cambio di un ok al tetto degli stipendi avrebbero chiesto ai team di aumentare la loro percentuale sul merchandising personale venduto da F1 e Liberty (ogni pilota ha una linea legata al suo numero). Il che per i top driver potrebbe compensare il taglio degli ingaggi. Insomma più che penalizzare i piloti, la misura sarà adottata per togliere un po' di peso dalle spalle dei team (oggi gli ingaggi dei piloti e dei tre dirigenti più costosi sono esclusi dal budget cap). L'idea non è quella di punire chi rischia la vita, ma di abbassare i costi di team e costruttori.

In un momento economicamente così complicato è sacrosanto. La F1 non si è fermata, ma gli autodromi sono ancora vuoti e gli incassi spariti. Liberty Media ha chiuso in rosso l'ultimo bilancio. Da qualche parte bisogna tagliare.

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