Ci ha fatto soffrire, e qualche accidenti gliel'abbiamo anche mandato, ma dopo 2h e 27' Fabio Fognini ha battuto l'argentino Federico Delbonis per 4-6, 7-6, 6-2 e conquistato l'Atp 500 di Amburgo come era riuscito solo a Pietrangeli e Bertolucci. La Germania come sua seconda patria. A Stoccarda il 26enne sanremese aveva vinto una settimana fa il primo torneo in carriera emulando, almeno sul piano statistico, il mitico Panatta che nel lontano 1976 aveva trionfato prima a Roma e poi a Parigi. In giornata entrerà nella top 20, ottavo italiano di una filiera illustre, dopo essersi messo alle spalle Seppi con un filotto di 10 vittorie consecutive ed essere quindi assurto a numero 1 del nostro ranking. Benvenuto fra i grandi. Per la gioia di papà Fulvio che l'ha voluto tennista più di chiunque altro, della bellissima fidanzata Svetoslava, di sei anni più grande di lui, e soprattutto del coach Josè Perlas che lo segue da 20 mesi. Con un pizzico di ritardo è arrivato al posto che gli era stato pronosticato al debutto nel mondo professionistico che risale al 2002.
Che fosse maturato, lo si era capito qualche mese fa a Montecarlo, quando superò in sequenza Seppi, Ramos, Berdych e Gasquet prima di essere arrotato da Djokovic. Sui campi in terra rossa del Principato tifosi, giornalisti e avversari capirono che Fabio non era più il giovanotto in lite continua con se stesso, ma un rivale sempre più temibile. In Germania il balzo in avanti con vittorie importanti su Haas (due volte), Granollers, Kohlschreiber e Almagro fra tutte. Ieri ha superato in finale il mancino Delbonis, solo 114 del seeding, ma capace in semifinale di ridimensionare Federer alle prese con la nuova racchetta dal piatto più grande di 8 pollici. Non un figurante qualsiasi, insomma. Per concedere il bis, Fognini ha dovuto fare ricorso a tutta la sua esperienza perché, dopo aver perso malamente il primo set, s'è trovato sotto 1-4 in quello successivo e ha dovuto annullare la bellezza di tre match-balls nel tie-break prima di vincerlo a 8. Solo una formalità la terza frazione in cui avrebbe potuto spennare l'avversario.
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