Franca Leosini è uno dei volti più conosciuti della tv italiana. Con il suo Storie Maledette, in onda su Rai 3, racconta da anni il dietro le quinte di alcuni dei più efferati crimini di cronaca nera con uno stile inconfondibile. Data la sua "provenienza", prima all'Espresso e poi nel terzo canale della tv pubblica, era facile attendersi la sua voce critica rispetto alla legge sulla legittima difesa. E invece, in un'intervista a Libero, la Leosini si è espressa con poche parole, semplici e chiare: "Sparare ai ladri in casa è un diritto. Terribile processare chi si è difeso. Il mio parere sul libero convincimento dei magistrati? Avrei qualcosa da dire...".
Franca di nome e di fatto. La Leosini, nota per l'acutezza del suo pensiero e il lavoro certosino che si nasconde dietro alla preparazione di ogni singola puntata di Storie Maledette, a Libero ha parlato a 360 gradi del suo mestiere a metà strada tra reportage, inchiesta e intrattenimento. L'argomento? La cronaca nera, con interviste e approfondimenti a e sui protagonisti di piccoli e grandi fatti di sangue che hanno riempito le pagine dei giornali e delle riviste. Con il suo occhio indagatore, la Leosini rappresenta un punto di osservazione privilegiato sul sottobosco della criminalità italiana. E anche della politica.
Alla domanda su cosa ne pensi della legge sulla legittima difesa, Franca Leosini ha risposto: "Questione controversa. Premetto che avere armi da fuoco in casa è sempre pericoloso (anche se gli omicidi avvengono con le forbici, o i coltelli). Ma credo che chi si ritrovi un ladro in casa e spari, abbia il diritto di farlo, specie se in pericolo di vita. E l' idea che chi ha sparato per difendersi possa essere processato per omicidio, mi terrorizza. Certo, se il ladro scappa e gli spari alle spalle cambia tutto. Ma in genere mi inquieta la discrezionalità del giudice".
Secondo la conduttrice Rai, la discrezionalità dei magistrati rappresenta "Un punto nevralgico, ne abbiamo parlato proprio con Paolo Mieli che mi intervistava al Festival di Spoleto. Io credo nell'autorità giudiziaria e rispetto la legge. Ma in 24 anni di Storie Maledette mi colpisce la disparità di valutazione dei giudici a parità di reato.
È vero che i crimini non sono mai sovrapponibili; però non capisco perché a Parolisi che ha ucciso la moglie con 29 coltellate hanno ridotto la pena a 18 anni (le 29 coltellate non sono 'crudeltà') e per Cosima e Sabrina Misseri, che hanno ucciso Sara Scazzi senza premeditazione né vilipendio del corpo, c' è stato l'ergastolo. Sul libero convincimento dei magistrati avrei molto da dire...". Opinioni inattese da cui traspare una profonda onestà intellettuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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