La Francia spera in Aquila selvaggia

I nigeriani hanno scioperato per i premi ma promettono: "Saremo i primi africani ad andare in semifinale"

La Francia spera in Aquila selvaggia

La leggerezza della Francia. I (soliti) problemi legati ai premi che condizionano le squadre africane: stavolta tocca alla Nigeria, impegnata contro i transalpini ma nei giorni scorsi chiamata a occuparsi anche di soldi e non solo di forze fisiche da recuperare o di tattica di gara. A dirla tutta ci sarebbero anche altri argomenti più importanti dei soldi per mandare in ambasce i calciatori africani, visto che proprio ieri è arrivata la notizia di un attacco (con almeno dieci morti) di sospetti terroristi islamici Boko Haram contro alcune chiese nello Stato nord-orientale nigeriano di Borno: il calcio è però mondo a sé un po' dappertutto, ancor più in Africa. E allora non c'è da stupirsi se davvero è stato minacciato uno sciopero da parte delle Super Aquile, le quali hanno prima battuto cassa e poi fatto saltare un allenamento fino a mettere addirittura in pericolo la partenza per Brasilia. Dopo di che, sulla carta, tutto è rientrato e il ministro dello Sport Tamuno Danagogo ha garantito che i premi pattuiti arriveranno regolarmente a destinazione. Sarebbe ovviamente giusto che così fosse, ma del resto già lo scorso anno i nigeriani non ricevettero il bonus economico promesso per la partecipazione alla Confederations Cup: anche di questo si è parlato nei giorni scorsi salvo poi fidarsi delle garanzie date dal presidente del Paese Goodluck (letteralmente “Buona fortuna”) Jonathan, raggiungere Brasilia e spiegare (ufficialmente) che è tutto a posto. «La Nigeria non passava la fase a gironi dal 1998 e quindi siamo molto felici - le parole di capitan Joseph Yobo -. Abbiamo vinto la coppa d'Africa, conquistato un posto nella coppa del Mondo senza alcun problema e ora raggiunto il secondo turno: stiamo crescendo in fretta e contro l'Argentina, pur sconfitti (2-3, ndr), abbiamo disputato la nostra miglior gara. Timore di Benzema e della Francia? Abbiamo appena giocato contro Messi, siamo pronti a misurarci con tutti: di cosa dovremmo aver paura?».

Avanti, allora. Con Ahmed Musa che pochi giorni fa ha fatto pari e patta con la Pulce (doppietta anche per lui) e il sogno di raggiungere per la prima volta i quarti di finale migliorando gli ottavi datati 1994 e 1998. Di fronte, appunto, la Francia che alcuni vorrebbero tra le favorite per la vittoria finale, il che permetterebbe anche a Deschamps di eguagliare Zagallo e Beckenbauer, vincendo la coppa sia da giocatore che da ct: «Penso solo al match contro la Nigeria - ha logicamente spiegato l'ex centrocampista della Juventus -. I discorsi a lunga scadenza non hanno alcun senso. La Nigeria ci creerà problemi a livello fisico, essendo più abituata di noi alle alte temperature e avendo attaccanti che possono fare la differenza in qualsiasi momento. Io sono orgoglioso di quello che i miei giocatori hanno fatto finora: alcune grandi nazionali sono già a casa, noi siamo ancora qui». Il solo precedente giocato finora risale al 2009, quando le Super Aquile vinsero in amichevole 1-0 a Saint-Etienne grazie a un gol di Joseph Akpala, attaccante nemmeno presente in Brasile. «Vogliamo che tutta l'Africa sia orgogliosa di noi - ha lanciato la sfida Vincent Enyeama, portiere nigeriano soprannominato “Eddie Murphy” per la risata sempre pronta -.

Quattro anni fa il Ghana non riuscì a raggiungere le semifinali: noi faremo meglio e saremo la prima squadra africana semifinalista ai Mondiali». «La vittoria non è negoziabile», è l'augurio del ct Stephen Keshi: sicuro?

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