Galli: "Napoli da scudetto, ma la mia Viola..."

"Sarri-Souza: la forza di Higuain contro il valore aggiuntto Kalinic"

Galli: "Napoli da scudetto, ma la mia Viola..."

Caro Galli, lei che ha giocato nella Fiorentina, nel Milan e nel Napoli, si aspettava che la partita del San Paolo con i viola fosse da scudetto?

«Mi auguravo che entrambe le squadre disputassero un grande campionato, questo sì. Della Fiorentina sono tifoso, ci sono arrivato a 14 anni, ne ho difeso la porta per oltre 280 gare e da dirigente ho contribuito al suo ritorno dalla C2 alla Serie A. Al Napoli guardo con grande simpatia perché in panchina c'è Sarri che portai al Verona al tempo in cui ero ds. Il compianto presidente Arvedi non ci diede, però, la possibilità di ricostruire la squadra. A mia insaputa mandò via l'allenatore e io diedi le dimissioni pur avendo ancora 3 anni di contratto».

Il cuore è viola, quindi...

«Se la Fiorentina è la mia squadra, Firenze è casa mia. Come potrei dimenticare l'affetto della gente nell'anno in cui mi candidai a sindaco e ottenni 70mila voti? A Renzi ne andarono 100mila. In campo politico forse sono stato l'avversario che più ha insidiato l'attuale premier. E questo perché i fiorentini hanno apprezzato la mia storia, il mio modo di essere, direi soprattutto l'integrità del personaggio».

Ma nel Milan ha vinto tutto...

«In tutte le foto compaio con i trofei vinti in rossonero, uno scudetto, 2 Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Uefa e due Supercoppe italiane: fra le più forti di tutti i tempi».

Poi si trasferì al Napoli dove disputò in campionato 98 partite proprio come nel Milan, coppe a parte...

«Ero in un momento di debolezza contrattuale, gioco io, gioca Pazzagli, non mi sentivo di rimanere. E quella di andare a Napoli fu una grande opportunità perché mi permetteva di portare avanti una nuova sfida con me stesso. Nello sport come nella vita, non devi aver mai paura delle nuove avventure. E poi c'era Maradona, ahinoi squalificato dopo qualche mese per doping».

Dove arriverà il Napoli?

«E' da scudetto, lo dico senza mezzi termini, basta che trovi autostima, convinzione, continuità. Ogni giornata, un esame, e non è vero che sia più facile da superare il Carpi della Juventus. Al minimo risultato contrario riaffioreranno poi i dubbi su Sarri. In un battibaleno ha avuto l'umiltà di rivedere il modulo e addirittura di lasciare in panchina Valdifiori, il suo pupillo»

Lo spogliatoio lo segue?

«La partecipazione di Higuain al gioco di squadra è straordinaria, da cineteca, basta rivedere cosa ha fatto a San Siro. Insigne, Jorginho e Albiol non hanno mai giocato così bene. Il ragazzino più sta vicino all'area avversaria e più è pericoloso. Jorginho è il playmaker che dà equilibrio alla squadra e che potrebbe servire a Conte avendo la cittadinanza italiana. Fui io a portarlo a Verona. Lo spagnolo, passato da centrocampista, ha avuto l'umiltà di andare a lezione dal nuovo tecnico per evitare le amnesie passate».

E la Fiorentina di Sousa?

«I viola saranno protagonisti fino a quando si divertiranno e non sentiranno il peso della maglia e delle responsabilità. In altre parole fino a quando il risultato diventa un'ossessione. Sul piano tecnico hanno pochi rivali. Sousa ha portato molte novità tattiche nella squadra che in possesso di palla gioca con il 3-4-2-1, mentre in fase difensiva pone anche cinque uomini davanti alla porta. Se Kalinic è il valore aggiunto per come indirizza il gioco e comincia il pressing, Bernardeschi è il talento vero e Tatarusanu dà serenità al reparto, mi piace. E poi, Babacar non è una riserva e Rossi tornerà presto. A proposito di Kalinic, non è detto che bisogna pagare 30 milioni per avere un grande centravanti».

Come finirà la sfida del San Paolo?

«Sono curioso di vedere chi prenderà il sopravvento sul campo che somiglierà a una scacchiera. Il Napoli può farcela sfruttando gli inserimenti di Hamsik, la forza di Higuain e la velocità delle sue punte sulle fasce, ma la Fiorentina rischia di avere la superiorità numerica a metà campo. E allora...».

Una

curiosità in conclusione, rivedremo mai Giovanni Galli nella Fiorentina?

«Penso di no. La società è strutturata bene, i conti sono a posto e la squadra è competitiva. I Della Valle poi non sbagliano mai allenatore...».

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