Gallo e i suoi Nuggets: «Dovrò fare il leader»

Stanotte comincia la stagione Nba Danilo però sogna l'oro olimpico

Tirato per la canotta da ogni parte, americano di residenza e lavoro, ma italiano in tutto il resto, pronto (questa notte, all'una italiana) al debutto stagionale Nba a Houston con i suoi Denver Nuggets, Danilo Gallinari anche al telefono, a colloquio con l'Italia giornalistica a lui dedicata, suona sempre come il ragazzo della porta accanto.

Nel dopopartita della sconfitta in nazionale contro la Lituania, a metà settembre, aveva perso la pazienza per l'ennesimo insuccesso glorioso, e con la medesima schiettezza affronta le domande, anche quelle che non dovrebbero avere una risposta. Non si vede ad esempio perché un atleta sia costretto a scegliere tra una medaglia olimpica e un titolo Nba, che non si escludono a vicenda, ma interpellato sull'argomento Gallo risponde senza schermi: «È molto molto difficile vincere qualcosa con la nazionale, un oro alle Olimpiadi sarebbe davvero qualcosa di incredibile, probabilmente tanto quanto il titolo... Forse mi verrebbe da dire che metto prima la medaglia olimpica con la nazionale, più che altro perché è una situazione speciale, riuscire a portare a casa qualcosa con ragazzi con cui sei cresciuto».

La risposta a una domanda che è anche la risposta, non definitiva perché è impossibile convincere gli scettici, ai dubbi sull'attaccamento alla nazionale di Gallinari, sempre presente quando ha potuto, considerando anche il grave infortunio di due anni fa. Lo strappo verso l'Europa si controbilancia con la curiosità della sua opinione su un argomento impossibile come quello dello squilibrio tra Western Conference e Eastern Conference della Nba, ovvero le due metà del cielo, nettamente più forte la prima della seconda. E della prima fanno parte i Nuggets, non disposti a fare il vaso di coccio. «Io però non so come si possano riequilibrare le cose, non so come ci sia arrivati e dunque non so come si possano riequilibrare le cose. La soluzione è difficile, ci sono tante varianti, non so dire. Purtroppo diciamo che sono a Ovest, è molto difficile ma se vogliamo è anche più bello giocare a Ovest, perché ogni partita è tosta».

In realtà non serve nessun rimedio, perché è il sistema americano a consentire a tutti le medesime opportunità di ristabilire la situazione: negli ultimi anni le squadre della Western hanno scelto meglio a livello tecnico e contrattuale, ma è solo questione di tempo e con scelte altrettanto azzeccate, consentite dalle regole e non ostacolate da diverse disponibilità economiche, tutto tornerà a posto. Sfortunato chi si trova a duellare a Ovest con altre grandi, e può sperare solo nei progressi della propria squadra. «Il nostro obiettivo è quello di fare i playoff, a Ovest è appunto molto difficile ma abbiamo la possibilità di farlo, se riusciamo ad evitare gli infortuni. Possiamo essere la squadra sorpresa, nessuno ci dà molto credito». Un roster abbastanza esperto, in cui pochi però hanno la versatilità di Gallinari, ribadita anche in nazionale. «Io ho sempre giocato 1-4, anche 5 in nazionale, cioé in tutti i ruoli, è chiaro che parto da ala piccola e se c'è bisogno porterò palla, o farò l'ala forte per fare blocchi e allargare il campo. Il nuovo coach Mike Malone mi ha seguito anche con la nazionale, abbiamo cercato di capire quali sono le situazioni in cui posso ottenere la mia massima efficienza. Vuole che io sia un leader, che faccia sentire la mia voce, che appoggi i compagni».

C'è altro, ma c'è anche una domanda che con il Gallo completa il giro degli italiani Vip a cui sia stato chiesto di Valentino Rossi: «Io sono tifoso di Valentino, per me è difficile giudicare perché tante regole del MotoGp neanche le conosco, però è ingiusto farlo partire da ultimo a Valencia».

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