La Germania dice sì alla tecnologia in campo. E in Italia si litiga ancora

Ok della Bundesliga all'introduzione dell'occhio di falco per i casi di gol-non gol. Ma da noi non tutti sono d'accordo

La Germania dice sì alla tecnologia in campo. E in Italia si litiga ancora

Il «gol-non gol» del rossonero Adil Rami di domenica scorsa contro l'Udinese è solamente l'ultimo caso a scuotere il calcio italiano. Dall'ormai famosa rete del milanista Muntari nel big match di un paio di stagioni fa contro la Juventus - visto da tutti, meno che dall'arbitro - la discussione torna ciclicamente alla ribalta: tecnologia in campo sì o tecnologia in campo no? Diversi sport l'hanno già adottata da anni: nel tennis c'è il famoso occhio di falco, nella scherma gli arbitri possono ricostruire l'assalto appena concluso grazie all'aiuto delle riprese televisive. Stessa cosa nel football americano - dove è utilizzata dal 1987 - e anche nella pallavolo. Il calcio si sta mettendo al passo con i tempi: la tecnologia è sbarcata per la prima volta agli ultimi mondiali in Brasile, prontamente adottata dalla Premier League e - da oggi - anche dalla Bundesliga, la serie A tedesca.

I 18 club del massimo campionato tedesco hanno infatti votato a maggioranza a favore dell'uso del mezzo tecnologico nei casi di gol-non gol. Il via libera è arrivato oggi nel corso dell'assemblea generale della Dfl, la lega calcio tedesca presieduta da Reinhard Rauball, a Francoforte. Lo strumento scelto dalla Bundesliga per stabilire se un pallone abbia oltrepassato o meno la linea di porta sarà l'Hawk-Eye. Il sistema, già in uso nella Premier League inglese, sarà installato in tutti i campi del massimo campionato tedesco per un costo stimato in 150mila euro a stadio. La proposta per l'introduzione della tecnologia in Bundesliga è passata con 15 voti a favore e 3 contro.

In Italia, invece, si litiga ancora. «La tecnologia nel calcio è molto importante. Lo vediamo in altri sport. In trenta secondi vediamo se è gol o non gol e risolviamo la cosa. Credo sia molto importante», il pensiero di Rami, suo malgrado protagonista dell'episodio che ha convinto l'ad rossonero Adriano Galliani a scrivere al presidente della Figc, Carlo Tavecchio, per sollecitare l'introduzione della «goal-line technology» anche nel campionato italiano. Identica posizione per il presidente del Coni Giovanni Malagò, «Sostengo da sempre di andare anche oltre. Per quanto mi riguarda, io vedo la moviola in campo, e figuriamoci se non sono dell'idea di adottare la tecnologia per rivelare i gol fantasma» e per il vicepresidente dell'Inter Javier Zanetti: «È importante che si faccia qualcosa che possa contribuire a migliorare il calcio. Se la Gol Line Tecnology è una possibilità, ben venga».

Ma Marcello Nicchi, presidente della Associazione italiana arbitri, non la pensa così: «Voler spendere soldi in tecnologia quando ci sono arbitri che, sul gol non gol, non hanno mai sbagliato, mi sembra di parlare di niente. Se parliamo dal punto di vista tecnico, io sto con gli arbitri di area e sto con Collina che li ha introdotti, perché tutte le nazioni ne fanno uso, tranne poche eccezioni».

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