Giù le mani da Aguero. Ormai in questo calcio vivisezionato, scandagliato, radiografato da mille angolature, tra Var e occhi di falco, ci si aggrappa a un gesto tutto sommato spontaneo e certamente non smaccato o addirittura volgare come vorrebbe qualcuno. Il Kun se l'è presa con il guardalinee, o meglio con la guardalinee di Manchester City-Arsenal per una decisione non condivisa. Niente di eccezionale, uno scambio di idee come tanti altri, nemmeno concitato, ma concluso da un braccio sulle spalle della signora o signorina, una specie di abbraccio, quasi amichevole, come si potrebbe fare con qualsiasi amica o con qualsiasi amico. Persino con qualsiasi guardalinee o arbitro, perché se l'avesse fatto con un ufficiale di gara uomo sarebbe passato inosservato. E invece no, tutti (a partire dagli immancabili social-bar) a sparare sull'argentino, accusato persino di sessismo.
Addirittura l'arbitro dell'incontro è stato accusato di non aver preso provvedimenti secondo i regolamenti del calcio inglese che prevedono l'espulsione per chiunque tocchi un fischietto o i suoi collaboratori. Ma forse sarebbe anche ora di uscire un po' da questo talebanismo di facciata che punta l'indice su una banalità del genere e poi chiude gli occhi davanti a fatti ben più gravi.
Noi siamo con il Kun, non fosse altro perché ha dato un tocco di naturalezza a questo sport ormai sempre più videogioco. Una volta magari agli arbitri davano anche qualche strattone di troppo, ma tanto non c'erano le telecamere... adesso ci si scandalizza per un braccio al collo.
Ma quanti gesti di questo tipo vorremmo vedere anche sui nostri campi, piuttosto che le mille sceneggiate e proteste plateali e insopportabili, persino da parte di tanti allenatori. Allora Gigi Buffon, che da anni abbraccia chiunque gli passi sotto il naso, compagni, avversari, arbitri e guardalinee compresi, sarebbe già stato radiato a vita da un bel pezzo...
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