Napoli - Oltre ogni comportamento, resta il primo comandamento: rispettare la maglia. Così il Maradona ha accolto l'Uomo mascherato, che si è fatto parecchie domande nelle ultime ore ma l'unica risposta certa l'ha data a Garcia: io ci sono e voglio giocare. Mettendo subito a tacere che prevedeva o auspicava un suo riposo forzato per evitare inutile tensioni. Il popolo azzurro ha gradito, in nome e per conto di quella maglia e soprattutto di quello scudetto da onorare, non s'è inchinato al suo Re ma ne ha interpretato disagi e voglia di rivincita.
La cosa comunque ha lasciato il segno. Il Re mascherato è diventato PermalOsimhen per alcuni, per altri è vittima di una presa in giro social partita proprio dal suo club. Crepe di spogliatoio che minano la serenità dei campioni d'Italia, da settimane alla ricerca dell'identità perduta e di quel giusto, necessario equilibrio tra campo e panchina. Osimhen è l'ultimo dei malesseri ma quello che fa più male perché rischia di rompere definitivamente il meraviglioso giocattolo creato da Spalletti.
Il tik-tok, per giunta virale, non è stato gradito dal clan del calciatore. E da lui stesso, ovviamente, che ha rimosso dai propri profili social le foto che lo ritraevano con la maglia del Napoli. Un boomerang: è stato scelto il momento meno adatto per strappare un sorriso a Victor che è un pochino permaloso lo è. Non sono servite le scuse del media social del Napoli, per Calenda, procuratore dell'attaccante si è trattato «di un fatto gravissimo e stiamo valutando eventuali azioni legali»: reazione che pare eccessiva e forse pretestuosa.
Non è il video ad aver fatto infuriare Osimhen. Piuttosto è la spia di un malessere che cova da mesi. Da quest'estate, da quando cioè prima la Premier e poi gli arabi avevano fatto pervenire offerte per il suo acquisto, non ritenuti sufficienti dal presidente: «Con 200 milioni comprate solo una gamba di Osimhen» si erano sentiti dire gli sceicchi. Ma è chiaro, avvicinandosi la data della scadenza del contratto, che in qualche modo bisognava tenersi buono il bomber, anzi nell'unico modo possibile: un adeguato rinnovo. Club e procuratore del giocatore si sono visti almeno una decina di volte senza però arrivare ad alcuna decisione definitiva: il procuratore gioca al rialzo ma è altrettanto ovvio che il massimo dell'offerta napoletana non potrà mai pareggiare quelle inglesi o arabe. Si era arrivati, sembrava, a un punto d'incontro: ingaggio triplicato a Victor, una cifra folle per le casse comunque sane del Napoli, circa dodici milioni all'anno bonus compresi. Dal Napoli è trapelato il motivo del mancato annuncio della firma: dopo la stretta di mano tra Adl e il procuratore, ci sarebbe stato un ripensamento da parte del calciatore.
La partita di ieri doveva servire a mettere quanto meno un freno.
Victor ha giocato e segnato, lasciando anche il rigore a Zielinski, il Napoli ha ritrovato pure Kvara e ha vinto ma sarebbe superficiale credere che la storia finisce qui: alla prossima, magari quando si farà vivo il presidente. Non sui social.
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