Gimbo in finale col brivido: "Gara da schifo Adesso mi do una sveglia e punto all'oro"

Tamberi insoddisfatto: «L'ho vista brutta, non me lo sarei perdonato...» Avanti anche il rivale Fassinotti: «È stato bravo, gli ho fatto i complimenti»

Gimbo in finale col brivido: "Gara da schifo Adesso mi do una sveglia e punto all'oro"
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Budapest con il brivido, ma quella finale mondiale la voleva a tutti i costi. Nella mattinata azzurra che ha visto Antonella Palmisano concludere la sua fatica con il bronzo nella 20 km di marcia, il capitano della Nazionale azzurra Gianmarco Tamberi ha superato la qualificazione con 2.28 metri salvandosi al terzo e ultimo tentativo, grazie all'ennesima prova di carattere. «Dico la verità: me la sono vista brutta. Se fossi uscito, non me lo sarei perdonato. Sarebbe stata tosta da digerire. Il carattere c'è sempre», ha dichiarato il campione olimpico, che qui a Budapest aveva festeggiato un anno fa l'addio al celibato dopo aver vinto l'oro agli Europei. Con lui, nella finale di domani sera (ore 19.55) ci sarà anche Marco Fassinotti, che la misura di qualificazione l'ha ottenuta con il secondo salto.

Gimbo, che gara è stata?

«Uno schifo. Obiettivamente ho fatto una gara terribile, mi aspettavo tutt'altro. Ma ci sono abituato: nelle qualificazioni non riesco ad attivarmi. Poi però vado in finale e a un certo punto mi sveglio. Ma l'anno scorso a Eugene (dove concluse quarto) avevo fatto anche peggio».

Cos'è cambiato?

«La condizione in cui sono qui, rispetto a Eugene non è paragonabile. Ora sto molto meglio fisicamente. La differenza è che a Eugene nelle qualificazioni ero andato con una cattiveria diversa. Stamattina (ieri) mi sono presentato con l'obiettivo unico di non sprecare energie. Mi si è ritorta contro la cosa. Ho saltato malissimo, ma spero martedì (domani) di essere quello che penso di essere in queste settimane».

Tecnicamente cosa non ha funzionato?

«La rincorsa. Non acceleravo fino in fondo. I piedi non rispondevano come volevo. Non salvo nessun salto, ma come ha fatto il grande Leo (Fabbri) speriamo di poter cambiare marcia martedì. Solitamente ci riesco, quindi non vedo perché non debba succedere qualcosa di diverso. Il primo obiettivo è vincere l'oro, mi manca solo una medaglia».

Il pubblico è dalla sua parte.

«Sembravamo in Italia. Per me, eravamo in Italia. Quando gareggio in Europa, sento un'emozione fantastica. Ringrazio le persone che hanno fatto il tifo per me. Se ho passato il turno è anche grazie a loro: mi hanno dato tanta energia».

In finale ci sarà anche Fassinotti, con il quale ha avuto in passato storie tese.

«Ci siamo scambiati qualche parola, ci siamo fatti i complimenti. Una volta gli ho detto che a mio avviso era un po' sotto. È stato molto bravo. Se io sono stato terribile, lui è stato molto bravo. I complimenti glieli ho fatti e glieli faccio. Mi dispiace per Stefano (Sottile). Un gran peccato».

E gli avversari? C'è Barshim, che lei conosce bene

«Mutaz è stato incredibile, ma non avevo dubbi. Non ho visto i salti degli altri. Ma sicuramente lui, il coreano Woo e l'americano Harrison hanno fatto la gara che dovevano fare. Io tra i favoriti? Cercherò di sorprendere».

Come trascorrerà il lunedì?

«Riposando il più possibile. Questa qualificazione al mattino ha dato dei disagi, tipo sveglia al mattino presto. Farò terapie e cercherò di recuperare dai piccoli acciacchi».

Vedremo un'altra sfida con Barshim?

«Siamo amici.

È incredibile avere un amico e atleta del genere come lui, parliamo molto. Ci sentiamo una volta settimana e ci mandiamo messaggi. Sono fiero di questo nostro rapporto. Se gli auguro il meglio? Magari, stavolta, un secondo posto».

SArc

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