Grande evento che non lascia macerie. In Italia si può

Settimo trionfo e stacca Federer: "Grazie Jannik, noi leali. Sapevo non avrebbe fatto calcoli con Rune"

Grande evento che non lascia macerie. In Italia si può
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La vittoria di questi otto giorni di tennis va perfino oltre Jannik Sinner. Simbolo di un movimento che ha inchiodato davanti alla Tv milioni di spettatori, eppure parte di ciò che gli si sta costruendo intorno, come dimostrano i numeri che il presidente della FITP Angelo Binaghi ha raccontato ieri con accanto il ministro dello Sport («e dei giovani», ha puntualizzato orgogliosamente lui) Andrea Abodi.

In pratica la domanda è questa: è possibile organizzare un grande evento sportivo nel nostro Paese senza lasciare una scia di macerie e di polemiche? Le slide snocciolate ieri raccontano infatti di come le ATP Finals di Torino siano un moltiplicatore di benefici: per la federazione stessa che ha visto in tre anni raddoppiare i tesserati (grazie anche al Padel passati da 325mila circa a oltre 670mila); per la città, che dei 125mila spettatori unici ha visto oltre il 40% di presenza dall'estero; per lo Stato, che investendo oltre 15 milioni sull'evento se n'è visti rientrare circa 66 in tasse; e per il sociale, con un ritorno di 4,7 euro ogni euro speso.

E il risultato, per esempio, è che grazie a questo le società affiliate d'ora in poi non pagheranno più nulla per organizzare tornei, che il tennis a scuola verrà quest'anno insegnato a oltre 400mila ragazzi («e puntiamo al milione» dice Binaghi) e che nei piccoli centri si costruiranno nuovi impianti grazie a quanto generato a Torino e con gli Internazionali di Roma. Dunque la risposta è sì: è possibile.

E il circolo è talmente viziosamente positivo, che alla domanda sul futuro delle Finals il presidente ha reagito con un «io vinco, Torino non finisce nel 2025», mentre Abodi - quindi il governo - annuiva soddisfatto. Per il tennis questo è davvero un trionfo.

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